La Gazzetta dello Sport analizza gli scenari prossimi che riguardano Paolo Tagliavento, arbitro di Fiorentina-Inter, la cui direzione arbitrale è stata esaminata ieri dal designatore Stefano Braschi. Il fischietto di Terni si ritrova per la seconda volta nella bufera in questa stagione (senza considerare il gol non dato a Muntari): aveva diretto la contestatissima Juve-Inter 1-3. Braschi gli ha riconosciuto delle attenuanti (sfida complicata), ma alla fine il pollice è verso. I vertici arbitrali hanno valutato errata l'espulsione di Tomovic: non era una gomitata volontaria e neppure chiara occasione da gol. C'era fallo (il viola ostacola El Sharaawy) più giallo. Il rosso, però, è stato uno sbaglio, forse provocato dalla distanza, tutto di Tagliavento. E le proteste del Milan? Meno netto il giudizio del designatore: corretti i due penalty dati alla Fiorentina (sul primo c'è lo sgambetto di Nocerino), mentre sul contatto Abate-Pasqual è stata condivisa la valutazione dell'arbitro. Diverso il giudizio sul mani di Roncaglia, fermo restando la discrezione sulla volontarietà, si ammette che l'eventuale rigore per il Milan non sarebbe stato considerato uno sbaglio. Stessa cosa, però, per la decisione presa. Insomma, una disamina un po' «democristiana» che riflette un problema Europeo (vedi il rigore dato contro la Lazio): situazioni simili spesso sono giudicate in modo diverso. Ritornando a Tagliavento, nel complesso la direzione non è piaciuta. Ora il fischietto umbro salterà un paio di giornate (stop lunghi non sono possibili: troppo pochi gli arbitri a disposizione di Braschi), poi avrà gare di seconda fascia. Fino a maggio niente più big match. Ma c'è chi sta peggio: la svista di San Siro di Gervasoni è stata considerata più grave. Come mai? Vedere qualcosa che non è accaduto (il presunto mani di Samuel) è la cosa peggiore che possa fare un arbitro.
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E Tagliavento va in punizione
Breve stop e niente big match. L’errore più grave l’espulsione di Tomovic
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