Dopo lo stop e il bel lancio mancino di Badelj (con tutto il rispetto, una sorpresa), il ghirigoro basso di Pasqual ha innescato la cattiveria da Terminator che lo stesso Gomez temeva forse di aver lasciato in Bundesliga o nelle battutine della Merkel. Più che cattiveria, tanto mestiere: da disoccupato del gol a star dell'area piccola, Mario ha scelto l'attimo giusto dopo averne perduti tanti nelle lunghe settimane della crisi. E poi il raddoppio, sempre con Pasqual protagonista a sinistra nel ruolo di assist-Mario: controllo, semipiroetta e sinistro. Due reti nell'area piccola, la strada di casa ritrovata dopo aver perso il sapore dei gesti semplici. Cinque gol in due settimane (tre contro la Roma): probabilmente il sigillo sullo sblocco ufficiale di Gomez e la conferma che i maggiori problemi avevano preso alloggio nella testa, piuttosto che nelle gambe. Facile a dirsi. Nessuno era riuscito a scovarli. Reti pesantissime a livello personale, entrambe sintesi dell'opportunismo che l'attaccante tedesco sembrava aver perduto. E invece quasi a tempo scaduto è arrivata la conferma che non si disimpara a sciare e nemmeno a segnare. Perché tutto sono stati, quelli di ieri sera, fuorché gol semplici: sul primo cross di Pasqual, Gomez in due metri ha rubato il tempo a Manolas e in mezzo centimetro ha deviato di controbalzo la palla che ha superato Skorupski. Veleno puro. Impossibile copiare rettili del genere. I geni del killer sono evidentemente riemersi anche nell'azione del secondo gol, quando Pasqual (ieri sera devastatore di Maicon) ha ribeccato Gomez in area: non più goffo, ma semmai implacabile, il tedesco ha chiuso il conto con gli inevitabili gesti del bomber. Da cigno stanco a cecchino: un sollievo per i tifosi viola.
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E Mario tornò Terminator
Dopo lo stop e il bel lancio mancino di Badelj (con tutto il rispetto, una sorpresa), il ghirigoro basso di Pasqual ha innescato la cattiveria da Terminator che lo stesso …
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Angelo Giorgetti - La Nazione
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