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E’ il fortino viola il segreto di Paulo Sousa

Tata non prende gol da 283 minuti, meglio anche di Handanovic. Ma questo ottimo rendimento nasce a metà campo

Redazione VN

Meglio della Fiorentina ha fatto solo l'Inter. Sul Corriere dello Sport - Stadio troviamo un approfondimento sul rendimento difensivo della Fiorentina. Il secondo posto in classifica degli uomini di Sousa, in gran parte, nasce dalla buona capacità difensiva, fin qui, mostrata. Tatarusanu, imbattuto da 283 minuti è davanti persino ad Handanovic, fermo a 279 per via dell'unico gol subìto, a 9 minuti dal termine della gara col Carpi, alla seconda giornata. Il tecnico portoghese ha cominciato a costruire il suo muro da dietro. Non fosse stato per quei nove minuti sciagurati della gara contro il Torino, all'Olimpico, in cui i viola si sono visti prima raggiungere e poi superare dai granata, sarebbe stato record assoluto. Anche la scorsa stagione, alla quinta giornata, erano tre i gol al passivo, ma i punti in classifica erano solo sei e il piazzamento diceva nono posto.

Il Franchi, poi, almeno in campionato, è tornato a essere il fortino che Cesare Prandelli per primo aveva contribuito ad erigere: zero le reti subìte in casa, in tre gare, per nove punti complessivi. Ma c'è di più, perché i viola nelle cinque delle ultime sei partite di Serie A non hanno incassato nemmeno un gol. Aveva cominciato Montella, all'ultima giornata della sua gestione contro il Chievo a Firenze: Sousa ha continuato sulla stessa scia. Seppur con le debite proporzioni, questa Fiorentina ricorda molto la Juventus di Trapattoni soprattutto nella struttura difensiva della squadra. La coperta dietro è un po' corta, ma la sostanza non manca. I quattro a disposizione del portoghese sono Tomovic (o Astori), Roncaglia, Gonzalo Rodriguez e Alonso,  ma un ruolo decisivo lo interpretano in mediani chiamati a difendere la difesa. Milan Badelj e Matias Vecino (in attesa di Mario Suarez) hanno trovato la giusta alchimia: sei uomini dietro la linea della palla che diventano automaticamente sette con Borja Valero.

Ad essere diversa rispetto al passato è l'interpretazione del gioco, oltre che le caratteristiche tecniche degli stessi protagonisti. Aspettando i rinforzi di gennaio, Sousa continua ad alzare il suo muro. Pure nella sfida di vertice contro l'Inter a San Siro, dove prima della vittoria della scorsa stagione i viola, in passato, erano stati costretti a chinare la testa per dodici volte.