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E Firenze scopre il suo “Mou” (non in panchina)

«O che giocatore l’è questo?». L’espressione tutta fiorentina rivolta a Della Valle dal sindaco Renzi, descrive come meglio non si potrebbe l’impatto che Mounir El Hamdaoui ha avuto sui tifosi. …

Redazione VN

«O che giocatore l'è questo?». L'espressione tutta fiorentina rivolta a Della Valle dal sindaco Renzi, descrive come meglio non si potrebbe l'impatto che Mounir El Hamdaoui ha avuto sui tifosi. Il «Mou» viola in 24 minuti è riuscito a dare brio ed entusiasmo alla squadra e al pubblico, dribblando e ri-dribblando avversari in sequenza e cercando pure il suo primo gol italiano. Per la prima insomma può andare bene così. In fondo il marocchino arrivava da un mese durissimo (il Ramadam), nel quale si è allenato senza poter mangiare e soprattutto bere, nonostante le temperature torride di questi giorni. Alla lunga inattività insomma si è aggiunto «l'intoppo» religioso, ma l'El Hamdaoui fiorentino ha tutta l'intenzione di voler recuperare il tempo perso. Il nuovo numero 9 viola infatti freme dalla voglia di dimostrare il suo talento: Firenze, fin dal gennaio scorso, gli è piaciuta subito e ai compagni ha già confessato di non veder l'ora di poter gioire sotto la Fiesole con quell'esultanza («Un modo per ringraziare Dio», disse a Moena) che gli fa passare la mano destra davanti al viso.

La concorrenza a proposito non lo spaventa affatto: l'eventuale «Mister B» insomma, dovrà segnare a raffica per togliere il posto al «Mago di Kralingen» (soprannome che deriva dal piccolo sobborgo di Rotterdam, sua città natale), l'attaccante («Meglio seconda punta», come ama sottolineare lui stesso) che prima di litigare con De Boer aveva indossato la maglia numero 9 dell'Ajax che fu di Van Basten, Ibra e Huntelaar.

Corriere Fiorentino