stampa

E Angela Merkel salutò l’indeciso Ilicic e applaudì l’austerity viola

L’arrivo del premier tedesco a Firenze. L’incipit dell’articolo Viola Pop di Ferrara su La Repubblica

Redazione VN

Niente è impossibile per Eugenio il supereroe. Il premier Renzi non ti invita alla visita guidata con Angela Merkel? E che problema c’è: Gianiman organizza un rifresco per gli agenti della sorveglianza, fa un discorso di benvenuto con catering per le teste di cuoio e il gioco è fatto. Per la gioia della Merkel, tra l’altro, che dopo l’estasi provata davanti alla Primavera di Razzanelli e la visione estatica del Tondo Cioni, non vedeva l’ora di conoscere lui e solo lui: Gianiman, l’unico che, dopo tanto sfarzo, poteva darle prova concreta dell’austerity intrapreso dal nostro paese facendole visitare il museo dei trofei della Acf Fiorentina, là dove il presidente esecutivo Mario Cognigni le ha illustrato la nascita della spending review, ma solo dopo averle regalato un dvd con tutte le migliori azioni di Iakovenko e aver cancellato uno zero dalle cifre del contratto di Mario Gomez. E senza dirlo a Gomez, però.

La cancelliera tedesca, da parte sua, dopo il bellissimo discorso di Renzi, ribattezzato per l’occasione “il mago do Ri-Nascimento”, ha chiesto di proseguire sulla via delle riforme ponendogli quindi un quesito duro ed essenziale: «Ma ikke gli aveva fatto Marin ai Montellen?» Commovente anche il discorso del sindaco Nardella, che prima ha salutato la cancelliera rispolverando tutto il suo repertorio in lingua tedesca («Kaiserslautern-Borussia Moenchengladbach 2-0» le ha detto stringendole la mano), quindi ha tenuto un bel discorso intitolato: «Lasciate a casa l’automobile». La Merkel ha applaudito e quindi ha lasciato Firenze sulla sua Cadillac insieme a Gianimen e ad altre 45 auto della sicurezza in direzione autostrada. Qui, mentre faceva benzina all’area di servizio Peretola nord, la cancelliera ha intravisto un ragazzo sloveno seduto al bar davanti a un bicchiere di spuma al cedro. «È Ilicic — le ha spiegato il barista — che ancora non ha deciso se andare a Torino o a Bologna».

(...)

L'articolo completo di Benedetto Ferrara nell'edizione odierna de' La Repubblica in edicola!