Su La Nazione si traccia il profilo di uno dei nuovi arrivati in casa viola, Alfred Duncan: il ghanese ha imparato ad essere grande dall'età di 8 anni, quando mamma Laetitia e papà Thomas mandarono a studiare in collegio a due ore da casa. Già nella Primavera dell'Inter era per tutti il boss, il leader che faceva rispettare le regole e che non sgarrava mai e se non avesse fatto il calciatore, ha sempre raccontato che avrebbe voluto fare il giornalista, di politica o di economia. Prima e dopo, la Toscana è stata nel suo destino: Pistoia, dove dove ha conosciuto quella che ha sempre considerato la sua famiglia italiana, poi Livorno dove il presidente Spinelli raccontò, di come quella sua forza nei piedi fosse paragonabile a dinamite.
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Duncan, dinamite e gentiluomo. Con la Toscana nel cuore
Arrivato in Italia a Pistoia, si è fatto le ossa nel Livorno. Dopo Samp e Sassuolo, è di nuovo qua
Appassionato di tecnologia, tanto da far riprendere con un drone le sue punizioni per poi riguardarle e correggerle, è legatissimo alla famiglia, dalle sorelle ai genitori che sono parte integrante della sua vita. Ma anche ai compagni incontrati fino ad oggi sul rettangolo verde: l'ultimo saluto social è stato riservato a Giada Pondini, del Sassuolo Femminile, fermata da un infortunio al ginocchio.
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