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Ddv-Marchionne, lo scontro continua

Il calcio c’entra ma quasi di straforo. C’entrano, invece, gli interessi economici, i «salotti buoni» della finanza, un conflitto esploso negli ultimi mesi. Da un lato Diego Della Valle, patron …

Redazione VN

Il calcio c’entra ma quasi di straforo. C’entrano, invece, gli interessi economici, i «salotti buoni» della finanza, un conflitto esploso negli ultimi mesi. Da un lato Diego Della Valle, patron della Fiorentina; dall’altro il mondo Fiat, il mondo di riferimento della Juve, John Elkan e Sergio Marchionne. Soprattutto quest’ultimo, amministratore delegato della casa automobilistica. Proprio ieri i due hanno scritto l’ultimo velenoso capitolo di uno scontro verbale destinato a continuare nei prossimi giorni. Una polemica senza esclusione di colpi che ha coinvolto anche un «uomo di confine», Luca di Montezemolo, capo della Ferrari, figura carismatica del Mondo Fiat ma in grandi rapporti di amicizia con Della Valle. Nonostante l’amicizia, Montezemolo ha chiosato in maniera molto severa gli attacchi del signor Tod’s: «Espressioni come quelle usate da Diego sono assolutamente inaccettabili».

Giorni carichi di veleni. Un duello su un solo tema: il futuro della Fiat, soprattutto il futuro dell’azienda in Italia. Il primo affondo alcuni giorni fa, subito dopo l’annuncio dei ripensamenti di Marchionne su Fabbrica Italia: «Questi furbetti cosmopoliti sappiano che gli imprenditori italiani che vivono veramente di concorrenza e competitività, che rispettano i propri lavoratori e sono orgogliosi di essere italiani non vogliono in alcun modo essere accomunati a persone come loro». Bersagli: John Elkan («Non capisco il livore che lo anima») e Marchionne («Tutti parlano a 100 all’ora perché la Fiat è un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità»).

Ieri una nuova puntata con Della Valle che lancia un altro affondo («prendono in giro l’Italia, vogliono andarsene») e Marchionne che replica in maniera forte e colorita («Con quello che lui spende in un anno per ricerca e sviluppo noi non ci facciamo una parte di parafango. La smetta di rompere le scatole»). Ecco, allora che la partita di questa sera assume un carattere che va ben al di là di un pallone che rotola.

Corriere dello Sport