«MONTELLA e i ragazzi hanno fatto un capolavoro». Diego Della Valle festeggia la rimontona, alla fiorentina: per distinguerla dala remuntada catalana. Comunque indigesta al Milan. E rinuncia ad attaccare l’arbitro, DDV. Era venuto per vincere, contando sulla fama di portafortuna, di «re Mida» anche del calcio. Però mantiene la compostezza del ruolo e del personaggio che, in fondo, viene alla partita per divertirsi. Mentre non si trattiene il fratello Andrea: rompe la «regola del cancello» e comincia a parlare sotto la grande volta della tribuna d’onore. E parlerà anche dopo. Così divideremo le sue parole, come a teatro, in due atti. Ecco Andrea 1: «Ho visto una squadra che non molla mai, che ci crede fino in fondo, che rispecchia in pieno lo spirito della famiglia: prevedo un grande futuro per la Fiorentina. Vi garantisco che l’anno prossimo ci divertiremo molto di più».
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Diego e Andrea esaltano la squadra
“Questo punto regala nuove energie”
SULLO ZERO A DUE credeva possibile il 2-2? ADV dà l’impressione di essere appena sceso dalle montagne russe, il saliscendi che provoca emozioni forti. Appare galvanizzato dalla capacità reattiva della Fiorentina: un Davide menomato dall’ingiusta espulsione che riesce a far tremare fino al novantatreesimo un supponente Golia. Ma soprattutto, Andrea Della Valle lancia quel messaggio che ai tifosi piace tanto: la buona novella sulla Fiorentina che verrà. Innervata da rinforzi sicuri, che integreranno un organico già di qualità. Soprattutto in prima linea.
SCENDE negli spogliatoi, ADV, per dire «grazie» alla squadra che ha saputo tener testa al Milan di Balotelli, del faraone El Shaarawy, di Montolivo. Per il quale ha parole di riguardo: «In fondo è un bravo ragazzo, sentiva la partita. Le nostre strade si sono divise, ma merita ugualmente rispetto». E mentre Andrea «rivede» il 2-2 «con Montella e i ragazzi», il fratello Diego salta in macchina, quasi strizzato, insieme ai cronisti, da una folla di tifosi plaudenti, per raggiungere il sindaco, Matteo Renzi, in Palazzo Vecchio. Pranzo frugale, con pochi altri invitati. Per parlare dello stadio alla Mercafir? Sì, ci sono progetti, però non definiti. E non si parla solo di stadio. Matteo è in rampa di lancio: Roma e Palazzo Chigi appaiono meno lontani di quanto non fossero qualche settimana fa. Diego chiede del governo, vuol conoscere le impressioni di Renzi, vuol capire i tempi. Fra un antipasto e un bridisi si chiarisce anche che Renzi non ha «salvato Galliani», da un tifoso eccellente, ma un po’ intemperante, in tribuna d’onore.
Tutto questo accade nel momento in cui va in scena Andrea 2, cioè l’uscita di ADV dal mitico cancello dello stadio. In un bagno di folla realmente pressante, c’è chi mette un microfono davanti alla bocca del patron e chi riesce addirittura a prendere appunti. ADV riprende il ragionamento avviato in tribuna d’onore: «Per me è come se fosse arrivata una vittoria, perchè in una situazione rocambolesca i giocatori della Fiorentina hanno lottato, non hanno mollato mai, anche in dieci contro undici».
E L’ARBITRO? ADV si stringe nelle spalle e dice: «Purtroppo, sull’espulsione, l’arbitro ha avuto una svista, ma non facciamo polemica...». La Champions? Allarga le braccia: «Ora è difficile, non molliamo ma è difficile. Penso invece che l’Europa sia comunque alla nostra portata... Ho apprezzato la voglia di giocare di Jovetic, il cui infortunio non dovrebbe essere preoccupante. E voglio elogiare la personalità di Pizarro: davanti al dischetto del rigore non ha avuto paura». Così è stato 2-2: rimontona alla fiorentina. Più buona della ribollita.
Sandro Bennucci - La Nazione
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