In mezzo ai grandi per diventare un campione. A inizio luglio Abdou Lahat Diakhaté è partito per Moena con il gruppone di inizio ritiro. Tutti sotto esame, ma a lui è stato sufficiente un solo allenamento per convincere Paulo Sousa. Così il centrocampista nato in Senegal nel 1998 è stato inserito nella rosa della prima squadra.
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Diakhaté va a lezione dai grandi, in bici
Il baby talento lascia la sua mountain accanto ai Suv dei compagni. E si allena
Prima il ritiro di Moena, poi la tournée in Usa contro Ibrahimovic ora gli allenamenti con Borja, Rossi e compagni. Non male per un ragazzone di 1,90 che fino a tre anni fa giocava a pallone con gli amici per le strade di Firenze e sognava semplicemente un futuro diverso da quello di altri amici, rimasti a Dakar, insieme alla sua mamma e alla sorella. Oggi Diakhaté si allena soprattutto per loro e tutte le volte che in bicicletta lascia il convitto e parcheggia accanto ai Suv dei colleghi più grandi, pensa a loro. In campo gioca e impara. Esattamente la rotta che Sousa ha impostato per lui, diciassette anni a dicembre e un contratto (il primo da professionista) che a breve sarà ufficializzato. Perché il suo talento non è passato inosservato nemmeno fuori Firenze, per questo meglio tutelarsi.
Fino ad oggi ha raccolto una valanga di complimenti. Ma ora, con l’inizio del campionato, dovrà superare tante prove. La prima: diventare un centrocampista universale. «Non c’è alcuna fretta» dicono in i dirigenti viola, che nel frattempo cercano di studiare la soluzione migliore per la sua crescita. E anche Sousa, a giudicare dalle prime mosse, sta aspettando il momento giusto. Contro il Milan il senegalese non è stato nemmeno convocato, una decisione presa già qualche giorno prima del match, quando Diakhaté spesso si è staccato dal gruppo dei grandi impegnati nelle esercitazioni tattiche.
Li osserva, esattamente come fa Sousa con lui. Tra le sue qualità, infatti, c’è anche quella della duttilità, come confermato dalla sua breve storia da calciatore. Mediano, interno di centrocampo e anche trequartista. Nel precampionato ha giocato quasi sempre dietro l’attaccante nel 3-4-2-1, un modulo che Sousa usa spesso. Ma l’obiettivo è quello di metterlo in futuro tra i due mediani, ruolo che potrà svolgere solo dopo aver accumulato un po’ di esperienza tra i professionisti. Troppe responsabilità, per il momento.
Anche per questo sarà difficile per lui trovare spazio nel giro di poche settimane, anche se l’inizio dell’Europa League (magari con avversari di basso livello) potrebbe essere un’occasione. E se non dovesse giocare mai? Una soluzione comunque c’è per valorizzare e far crescere il suo talento. L’idea è quella del part-time con la formazione Primavera. Si allena con i grandi e gioca con la squadra di Guidi, pronto ad accoglierlo (è stato il suo primo ed unico allenatore) ed inserirlo nel suo gruppo per le partite. Per dimostrare a tutti di aver imparato e di esser cresciuto, prima di ritornare ad allenarsi con la prima squadra. In bicicletta.
Duccio Zoccolini - Corriere Fiorentino
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