Quando nell’estate 2011 poteva lasciare Firenze per Manchester, sponda United, Federico Bernardeschi aveva appena diciassette anni, ma già un futuro da predestinato. Era il talento più puro delle giovanili della Fiorentina, che riuscì a non perderlo grazie all’intervento provvidenziale di mamma e papà: «Prima finisci la scuola in Italia, poi ne riparliamo». Oggi invece se lo gode Gigi Di Biagio, consapevole che senza Berardi la sua Under non può prescindere dall’estro del numero dieci della Fiorentina. Che finalmente sta giocando con continuità nella formazione che guida la Serie A. Così, per preservargli un po’ di energie e averlo più lucido negli ultimi 25 metri, contro l’Irlanda Di Biagio potrebbe affiancarlo a una punta di peso (Monachello o Cerri), chiedendogli meno sacrificio in fase di non possesso, ma solo un’azione di disturbo sul playmaker avversario. «Federico è la nostra stellina – ammette Di Biagio -. Ci lamentiamo spesso che i nostri giovani giocano poco, ma qui per fortuna c’è un problema inverso. Bernardeschi è venuto qui dopo aver giocato tante partite ravvicinate e non ha mai recuperato del tutto. Ma sono contento di quello che sta facendo, anche se forse non è al top. È normale che io pretenda sempre qualcosa in più da lui, come lui sa che deve dare qualcosa di più degli altri».
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Di Biagio coccola Berna: “E’ la nostra stella”. E lo mette più vicino alla porta
Oggi alle 17 c'è Italia-Irlanda Under 21, ecco uno stralcio dell'articolo della Gazzetta dello Sport
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