I punti di contatto fra i Della Valle (settore lusso) e Lotito (settore pulizie) sono difficili per l’incrocio improbabile delle rispettive merci. L’unico può essere quello delle scarpe sui pavimenti, troppo sbilanciato per far decollare il feeling. Altri punti di contatto si trovano nelle carte di Calciopoli e sono classificabili nel genere degli insulti, o delle calunnie come ha sempre sostenuto DDV chiamato in causa, mentre Lotito passa con disinvoltura dalle citazioni in latino, un cult, a quelle in tribunale e sfrutta la sua laurea in pedagogia per recitare il ruolo dell’irresistibile antipatico. Gli riesce benissimo.
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Della Valle-Lotito, “guerra fredda”
Dai vecchi rancori alla distanza ostentata in Lega. Domenica sfida sentita
Lazio-Fiorentina sarà l’ennesima puntata di una distanza coltivata negli anni, la proiezione sul campo di una differenza istintiva che è diventata sempre più solida, anche se formalmente le due società mantengono buoni rapporti, hanno fatto affari (Zauri e De Silvestri) e coltivano con sapienza la rispettiva freddezza sentimentale. Circostanza che però non risulta in Lega, dove Lotito ha guidato la cordata a sostegno di Beretta, rieletto con i voti dei club messi insieme dal presidente della Lazio. Beretta è stimato anche dai Della Valle, ma per rimarcare la propria distanza i proprietari della Fiorentina sono rimasti all’esterno dal gruppone che si è guadagnato posti di potere con cariche effettive nel Consiglio di Lega (Lazio, Torino, Cagliari, Parma, Napoli, Bologna, Atalanta, Udinese, Genoa, Palermo). L’unica certezza è che Lotito è meno permaloso dei Della Valle: mezza curva lo contesta apertamente da sette anni, ma lui se ne frega e, abbandonando il latino passa al romanesco: «So du gatti».
Angelo Giorgetti - La Nazione
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