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Dainelli all’amico Toni: «Non passi»

L’ex capitano sulla strada dei viola

Redazione VN

Caro amico, ti sfido. «Luca è troppo bravo a tenere palla e qualche legnata gliela darò per forza…». Luca è Luca Toni. Quello della legnata è Dario Dainelli. Si conoscono dai tempi di Empoli, correva l'anno ‘96: Dainelli in Primavera, Toni in prima squadra. Era solo l'inizio. «Ci siamo ritrovati a Brescia, 2001-2003, ai tempi di Roberto Baggio. Poi altre due stagioni, alla Fiorentina, con Luca che segnava a più non posso. Poi il Genoa, due anni fa». Negli intervalli, c'era il telefono. «Quand'è tornato a Firenze, l'ultimo giorno di mercato, mi ha chiamato subito: era al settimo cielo, e io con lui». Sono compari anche nel fisico. Il difensore del Chievo, 33 anni, pisano: 191 cm per 78 chili. Il centravanti viola, anni 35, modenese: 194 cm per 88 chili. Aspettano soltanto un cenno da Eugenio Corini e Vincenzo Montella: Dainelli, domenica, è quasi certo di giocare, Toni invece sgomita col marocchino El Hamdaoui. «Luca l'ho già marcato altre volte, si ride prima e dopo la gara, si fa le persone serie durante». L'ultima, il 10 aprile 2011, a Torino. Toni entra a mezz'ora dal gong e al minuto 88 infila Dainelli liberando il sinistro del 3-2. «Con lui devi cercare l'anticipo e non dargli l'appoggio», ricorda oggi il beffato. Hanno duellato anche quando il bomber emiliano vestiva giallorosso, nel 2010. Ancor prima, il 21 ottobre 2008, all'Allianz Arena di Monaco, Dainelli in viola e Toni col Bayern. Toni era nervoso perché sottoporta girava male. Alla vigilia Dainelli confidò: «Ho gufato dicendogli che contro di noi segnerà e vincerà». Toni vinse, 3-0, ma restò ancora all'asciutto. Era Champions League. Citare la vecchia Coppa dei Campioni significa anche ricordare un incrocio storico: Chievo-Fiorentina, 14 maggio 2006. I gol di Toni e Dainelli valgono il 2-0, il quarto posto e l'Europa che conta. Festa grande. Poi arriverà Calciopoli e ai preliminari ci andrà il Chievo. Quello, comunque, era un Toni devastante. «Anno più, anno meno, cambia poco - dice Dainelli - Quest'estate si è allenato da solo a Modena, ora so che la forma è vicina. Non segnerà più 20 gol a stagione ma scommetto che a quota otto ci arriva. E poi, con la sua allegria, è uno che fa spogliatoio». Magari fa ancora paura. E Dainelli, che dei viola è stato capitano (sei campionati, dal 2004 al 2010), si prepara a opporre il metodo Corini-Nicolato. «Con Di Carlo marcavamo soprattutto a uomo, adesso si cerca di coprire bene gli spazi in base a dove va la palla». Palla a Toni e ringhierà Dainelli. Palla a Dainelli e morderà Toni. Poi, vada come vada, a cena insieme. Mica si comanda, all'amicizia.

Matteo Sorio - Corriere Veneto