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Da Zurigo trailer Fiorentina

L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

E di sicuro la partita di Zurigo offre a Montella molti spunti di riflessione e situazioni su cui lavorare in queste poche ore che mancano al via.

Si comincia dalle cose buone, non poche, messe in mostra dalla Fiorentina contro una squadra dalla tecnica incerta ma dalle gambe già in forma campionato. E qui i giocatori di Montella hanno dimostrato molta personalitànell’imporre il proprio spartito all’avversario. La strategia era semplice: provare a chiudere la partita in tempi rapidi ben sapendo che gli altri alla lunga ne avevano di più. Detto e fatto: a metà della sfida la Fiorentina aveva portato in fondo la sua missione. (...)

Poi c’è il gioco. Finalmente. Quello che era quasi sparito durante il tour iberico detto anche il tour delle cinque pappine. E’ vero che le amichevoli contano il giusto. Ma la voglia di rivedere la macchina da gioco era tanta. Magari anche solo qualche spot. E sarebbe bastata l’azione del gol di Cuadrado per capire che la Fiorentina sta tornando se stessa. Insomma, al primo appuntamento serio il gruppo ha ricominciato a cercarsi “quasi” a memoria”, grazie anche un modulo, il 3-5-2, che al momento garantisce più certezze al tecnico e, soprattutto, alla copertura della squadra.

Poi ci sono i singoli, quelli che hanno già messo in mostra una buona condizione fisica e mentale. Borja Valero, per esempio: lucido, presente, ovunque. Cioè: una piacevole versione di fine agosto del gran giocatore che conosciamo. E’ andato bene Ambrosini, giocatore di lungo corso che, se tutto fila liscio, sarà moltosfruttato da Montella, non solo come vice Pizarro, ma come centrocampista universale. Non ha la visione di gioco del cileno, ma possiede uno spirito e una fisicità che offre sicurezza a tutti. In più c’è l’esperienza. Tantissima.E quella a volte fa la differenza. Soprattutto in giro per l’Europa.

Bene Gonzalo e benissimo Guillermo il ballerino, uno che per caratteristiche fisiche entra in palla in tempi brevi. Quel gol pazzesco fa dimenticare la mezza svista (errore condiviso con altri) sul gol degli svizzeri. Che nella fase difensiva Cuadrado non sia il massimo è normale. Soprattutto quando deve coprire tutto il campo e offrirsi spesso da terza punta. Alla fine era cotto. E avevale sue ragione per esserlo, tenendo conto che parliamo di un ragazzo terribilmente generoso.

L'articolo integrale di Benedetto Ferrara su La Repubblica