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Da Tito Corsi a Corvino, 30 anni di ds

Fino al 1980 il mestiere del direttore sportivo era tutto sommato semplice: si pescava qualche talento in provincia, si discuteva dell’ingaggio partendo da una posizione di forza visto che il …

Redazione VN

Fino al 1980 il mestiere del direttore sportivo era tutto sommato semplice: si pescava qualche talento in provincia, si discuteva dell'ingaggio partendo da una posizione di forza visto che il cartellino era di proprietà della società. Poi tutto è cambiato anche i ds. Il primo «moderno» è stato, proprio nel 1980, Tito Corsi. Laureato in farmacia, furbissimo, capace di tenere testa al Conte Pontello. Appena arrivato, gli dettero un bel po' di soldi da spendere, lui comprò non proprio benissimo, ma si rifece con un colpo di genio: mentre la squadra cenava all'autogrill di Bologna, chiamò il giovanissimo De Sisti e gli offrì la panchina viola. Un grande matrimonio durato 4 anni che ebbe una sola grande crisi. Successe quando i Pontello chiamarono in società Italo Allodi: dopo un mese c'erano già i clan, ma i viola confezionarono comunque una stagione ottima. Dopo l'inevitabile addio di Allodi, il vecchio diesse sbagliò la scelta dello straniero, prese Socrates invece di Rummenigge o Voeller e così il Conte gli propose un aiutino: Claudio Nassi. Corsi disse di no e se ne andò lasciando alla Fiorentina un'eredità strepitosa: il cartellino di Roberto Baggio. Più sornione del predecessore, Nassi ha ballato in tandem con Agroppi per una sola stagione, ma benissimo, tanto da essere ancora rimpianto. Dopo di lui ecco Nardino Previdi ad imperversare con i suoi modi spicci e le forme di parmigiano regalate ai giornalisti più amici. Nell'era Cecchi Gori il primo fu Moreno Roggi. Un matrimonio tempestoso, concluso tra le polemiche dopo pochi mesi. Venne allora chiamato Maurizio Casasco, reduce da due retrocessioni consecutive, a Firenze trovò la terza. Nel 1993 la scottante poltrona venne affidata all'accoppiata Cinquini-Antognoni, che riuscì a «domare» Vittorio e imporre Malesani. Seguono Governato, ancora Antognoni e poi il bluff Peppinello Pavone. Il resto è storia recente: Giovanni Galli, Fabrizio Lucchesi e infine il tornado Pantaleo Corvino.

David Guetta - Corriere Fiorentino