Incroci generazionali, incroci storici, incroci di temperamento. Fiorentina-Inter non è soltanto una partita di cartello, ma è anche un cartello che spiega diverse sotto-categorie della sfida. Sarà la partita con ventenni probabili protagonisti (Kovacic-Icardi contro Babacar-Bernardeschi), con dieci giocatori slavi (un cinque-contro-cinque da campetto) e con due cileni dalle caratteristiche opposte (Mati Fernandez contro Medel).
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Da Savic-Vidic alla sfida Mati-Medel. Che incroci a Firenze
10 giocatori di origine slava nel cuore del gioco, attenzione poi alla sfida cilena. E in attacco previste scintille
Dai Balcani Ha un sapore balcanico Fiorentina-Inter di questa sera. Saranno in dieci, tra campo e panchina, gli slavi che si incroceranno al Franchi. Un cinque-contro-cinque da giocare con i portieri volanti, magari in un campetto: croati (2), montenegrini (uno), serbi (3) e sloveni (4). Se giocassero tutti avrebbero in mano la partita per 90 minuti. Ne giocheranno la metà dall’inizio, probabile che sul referto dell’arbitro trovino posto altri. La Fiorentina li piazza in difesa: il montenegrino Savic al centro, il serbo Tomovic a destra. L’Inter li distribuisce: lo sloveno Handanovic in porta, il serbo Vidic al centro della difesa, il croato Kovacic a far gioco.
Largo ai giovani Kovacic+Icardi è uguale a Bernardeschi+Babacar. A livello anagrafico fanno 41 anni ciascuna coppia. L’età (20 per Kova e Berna, 21 per Maurito e Baba) dice che sarà una sfida alla pari. Il campo dirà qualcos’altro. Mazzarri farà giocare dall’inizio sia Kovacic sia Icardi: il primo ha preso i tempi giusti delle recitazione walteriana , il secondo ha tempi da record là davanti (quasi un tiro-un gol). Montella invece risponderà con il solo Babacar dall’inizio. Il senegalese si è infilato nel vuoto lasciato dagli infortunati Rossi-Gomez. L’italiano invece per ora è l’uomo del giovedì. Studia da Cuadrado, avrà il suo spazio.
Il Cile nel cuore Infine nel cuore del centrocampo andrà in scena l’urto cileno. Senza scordarci di David Pizarro, focalizziamoci sugli altri due. Ci sono da una parte Mati Fernandez: timido, introverso in campo e fuori, piedi educati. Dall’altra Gary Medel: basta il soprannome a spiegarlo (Pitbull), gambe rapide, sportivamente aggressivo. In comune due cose: poca voglia di parlare e l’apprezzamento dei rispettivi tecnici.
La Gazzetta dello Sport
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