Balleranno sotto le stelle e sotto i riflettori: qualcuno lo vedremo sul campo, qualcuno in panchina e qualcun altro forse non lo vedremo proprio perchè se n’è già andato via. Il valzer degli addii andrà in scena domenica sera, insieme a Fiorentina- Chievo e un piccolissimo sogno chiamato quarto posto. Perché il 31 maggio del 2015 finisce ufficialmente un ciclo triennale fatto di calcio bello e sogni fragili. C’è un gruppo che arriva al limite: chi per età, chi perché ha fallito. E allora, prima della mezza rifondazione e magari di un cambio in panchina, questa partita sarà un saluto reciproco. Un grazie sincero ma senza enfasi per tre anni in ogni caso speciali. Quasi certamente se ne andrà Gomez, che forse però non è mai arrivato. Firenze con lui è stata clemente: lo ha aspettato, senza mettergli mai fretta. Gli infortuni, i ritorni rinviati, i gol che illudevano (pochi), gli errori impossibili (troppi). Troppe aspettative, mai una gioia. Poi c’è Richards. Storia diversa. Anche se comunque arrivava dal City. E quindi c’era da pensare bene. L’inglese ha messo in mostra dei muscoli da culturista e qualche percussione da supereroe. Ma di sicuro lo hanno visto più i medici che i tifosi. E allora tanti saluti, il prestito finisce qui. Quindi ecco il subcomandante Vargas.
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Da Gomez a Vargas la notte dell’addio tra ricordi e rimpianti
Si chiude domenica un ciclo di tre anni di bel calcio e sogni fragili. L’articolo di Ferrara su Repubblica
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