Vi ricordate Preziosi? Quello che stava per mettere le mani sulla Fiorentina nei lacrimosi giorni del fallimento? Pare preistoria. E forse lo è. E comunque poi lui ha cambiato rotta, anche perché sono arrivati i Tod’s men. Mille anni dopo sono ancora tutti quanti coi piedi sull’erba del calcio. La Fiorentina dei Della Valle, il Genoa del padrone dei Power rangers. Ambizioni diverse, bacino d’utenza molto simile. La cosa dovrebbe far riflettere. O tenuta a mente, comunque, quando ci gira storto. Fatto sta che i due imprenditori non si amano molto. Stili incomparabili, amicizie non convergenti.
stampa
Da Frey a Matri e Roncaglia quanti amabili resti viola a Genova
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su Repubblica: il particolare rapporto viola-Genoa
Il padrone del Genoa ha da sempre ottimi rapporti con Galliani, col quale spesso e volentieri scambia giocatori. Quindi è un tavecchiano di ferro, e di conseguenza un amico di Lotito l’uomo ovunque. La Fiorentina non ha legami forti con nessuno. Si era schierata (difficile capire perché) con Tavecchio, poi lo ha giustamente abbandonato per via di quella frase demenziale sulle banane. Certo che vivere sulla scia del nuovo presidente della Figc non sembra roba da Della Valle. Sarebbe come pubblicizzare le Hogan usando come testimonial Fantozzi (massimo rispetto per il ragionier Ugo). Vedremo.
Ma la cosa buffa e difficile da comprendere è un’altra: perché nonostante una sana antipatia tra imprenditori, nei fatti il Genoa è una specie di parcheggio di casa Fiorentina. Le eccedenze, insomma, spesso finiscono lì. L’ultimo della serie è un ex supereroe chiamato Facundo. Lui non era esattamente un’eccedenza, ma semmai un giocatore non troppo amato dal suo allenatore. Ma molto desiderato invece da Gasperini, che cercava un terzo centrale proprio come lui. E così è andata. Roncaglia in prestito. Sì. Poi però, se ti guardi indietro, ti tornano in mente un bel po’ di nomi che hanno traslocato dal Franchi al Marassi rossoblù. Frey, tanto per cominciare. Che qui guadagnava troppo, dicevano. E poi era un prandelliano. E aveva il procuratore sbagliato. E una forma fisica allora non proprio strepitosa. Tanto che a Genova non ha lasciato grandi ricordi. E Gilardino.
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara su Repubblica in edicola!
© RIPRODUZIONE RISERVATA