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Da Borja a Gomez, la caduta degli dei

Polemiche, cadute fragorose e addii tumultuosi. La disgraziata serata europea di giovedì scorso lascerà strascichi per molto tempo ancora e forse, per qualcuno dei protagonisti di questi anni, segnerà l’addio …

Redazione VN

Polemiche, cadute fragorose e addii tumultuosi. La disgraziata serata europea di giovedì scorso lascerà strascichi per molto tempo ancora e forse, per qualcuno dei protagonisti di questi anni, segnerà l’addio alla maglia viola.

Mario Gomez è stato bocciato senza se e senza ma. Lo hanno fatto i tifosi, lo ha fatto l’allenatore, ma lo avrebbe fatto pure la società, che non a caso starebbe già pensando alla miglior exit-strategy possibile per riprendersi una fetta più grande possibile dei 18 milioni (più 4 all’anno d’ingaggio) spesi per avere il tedesco. Fino a mercoledì scorso SuperMario ripeteva di voler restare, perché a Firenze sta bene e perché un paio d’anni fa scelse il viola per vincere: la panchina di giovedì però non l’ha digerita, meno che mai ha digerito il mancato utilizzo durante il secondo tempo: tra un calcio ai microfoni tv a bordo campo e uno sbuffo agitato, è servito l’intervento di un membro dello staff di Montella per placare la sua ira. A quasi due anni di distanza dal bagno di folla per il suo acquisto, l’avventura fiorentina di Gomez sembra così davvero arrivata al triste epilogo. Senza titoli, quasi completamente senza gol (appena 7 in 2 campionati) e con una reputazione da ricostruire. Attenzione però, perché la caduta degli dei rischia di non riguardare solo il gigante teutonico.

Radio spogliatoio infatti racconta di molti giocatori irritati per i fischi e delusi dall’ennesimo obiettivo fallito: «I giocatori sono amareggiati per il trattamento ricevuto — ha spiegato Montella — queste cose influiscono sulle scelte dei giocatori stessi». A chi si riferiva l’Aeroplanino? Probabilmente a nessuno in particolare, ma è innegabile che il fedelissimo Pizarro sia legato mani e piedi al suo futuro. Se l’allenatore saluterà, ecco che anche le possibilità di permanenza del Pek sarebbero ridotte al lumicino.

Fiorentina-Siviglia poi sarà ricordata anche per i primi fischi fiorentini a Borja Valero. Idolo della folla per la sua faccia acqua e sapone e per quel modo semplice di accarezzare il pallone e vivere la città a contatto con i fiorentini, lo spagnolo quest’anno ha deluso e non ha mai inciso nel gioco della squadra. Il todocampista insomma da eroe adesso è diventato uno qualunque. (...)

Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino