Su La Repubblica - edizione Bologna di oggi si fa un parallelo tra il momento di Pippo Inzaghi e l'ultima parte dell'avventura di Stefano Pioli sotto le Due Torri. L'attuale tecnico del Bologna, si legge nell'articolo, ha consumato in dodici giornate buona parte del credito di fiducia che la piazza e la società gli avevano riservato al suo arrivo. Passare da profeti a incompresi, su questi lidi, è un attimo. E prima o poi capita a tutti. Pioli fu il mago dei 51 punt, poi divenne il normale amministratore dei 44 dell’anno successivo e infine sembrò il capitano solitario su un vascello di ammutinati. Il pubblico se ne avvide e non lo soccorse quando fu esonerato, con la squadra un punto sopra la zona retrocessione (come oggi Inzaghi). Al suo posto venne Ballardini e la Serie B si materializzò inesorabile. Solo quattro mesi fa Inzaghi era il profeta di una nuova era sportiva. Che non stia andando proprio come ci si aspettava è un’evidenza. Ma da qui alla fine dell’anno ci sono otto partite (Coppa Italia compresa) per sovvertire il peggior avvio di campionato dell’era Saputo. E non fare la stessa fine di Pioli. INTANTO MALESANI LANCIA IL SUO APPELLO
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Da Bologna: Inzaghi non vuol fare la stessa fine di Pioli
Pioli al Bologna passò da profeta ad incompreso, poi è stato rimpianto
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