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Da Allegri a Mazzarri, panchine in subbuglio. E Rossi…

Una settimana fa un paio di uomini mercato hanno composto il numero del cellulare di Luciano Spalletti. Il tempo di complimentarsi per il secondo scudetto ormai in cassaforte, poi l’assalto: …

Redazione VN

Una settimana fa un paio di uomini mercato hanno composto il numero del cellulare di Luciano Spalletti. Il tempo di complimentarsi per il secondo scudetto ormai in cassaforte, poi l'assalto: «Luciano, il tuo nuovo contratto con lo Zenit è blindato?». Blindatissimo. Non solo. Ai suoi collaboratori Spalletti ha confidato, amaro: «Come si fa a pensare di tornare in A con quello che sta succedendo nel calcio italiano?». Anche a San Pietroburgo sono arrivate le immagini dei giocatori del Genoa mentre si toglievano le maglie e le notizie sulle scommesse. Luciano non torna. Ma ci penseranno altri big della panchina ad accendere il risiko degli allenatori. Guardiola resta al Barça? Mou resta al Real? Basta che uno di questi due mostri sacri si muova per provocare un terremoto.

Sicuri solo Conte e Guidolin

L'Italia, anche su questo fronte, entrerà in scena in seconda battuta. Soldi e prestigio stanno altrove, come testimonia la classifica Uefa. Le panchine più ambite, a parte quelle dei due colossi spagnoli, sono il City, che ha soldi da investire, e il Chelsea, con Abramovich pronto a uscire dal letargo. In A, per il momento, solo due tecnici possono già pensare al futuro: Conte, sempre più il simbolo di questa nuova ambiziosa Juve e Guidolin, che ha portato altri mattoni al progetto Udinese. Tutti gli altri ballano. Il caso simbolo è Allegri. Il rossonero non è sotto processo. Anzi, Galliani non perde occasione per ribadirgli la fiducia. Eppure è in bilico. Perché il suo Milan non gioca come il Barcellona? Forse ma non solo. Perché l'estate scorsa ha voluto far fuori Pirlo e a dicembre era pronto a liberarsi di Pato? Forse ma non solo. Perché è troppo Ibra-dipendente? Forse ma non solo. Forse il problema è semplicemente che Berlusconi si è ripreso il Milan e ora ha voglia di creare la «sua squadra». Per questo non spende una parola pubblica a difesa del tecnico e lascia circolare in libertà le voci più svariate. Dal sogno Guardiola, al vecchio compagno Capello, fino ai pupilli Van Basten e Costacurta.

Stramax e Mazzarri

L'esito del finale di campionato sarà, invece, decisivo per le panchine di Inter e Napoli. Il preliminare di Champions può convincere Moratti a difendere la sua «scommessa» e far dimenticare a De Laurentiis qualche incomprensione con il tecnico toscano. Ma senza il terzo posto rischiano. Al limite, più Mazzarri che Stramax, alla luce della disastrosa situazione ereditata dal giovane nerazzurro. Così come l'ultima volata potrebbe rimettere in pista Delio Rossi, cancellato dal futuro viola dopo lo 0-5 con la Juve ma rientrato in pista dopo i 7 punti con Milan, Inter e Roma.

Roma cambia

Sembra scontato, infine, che le due squadre della Capitale avranno nuovi timonieri. Reja per incompatibilità con Lotito e Luis Enrique per incompatibilità con il calcio italiano. E nessuno si sorprenda se Franco Baldini, che resta saldo alla guida tecnica della società giallorossa, proverà a ripartire da un vecchio amore, quel Villas Boas (nel mirino anche dell'Inter) che la Roma aveva in pugno un anno fa prima che Abramovich versasse al Porto la montagna di euro previsti dalla clausola rescissoria.

Gli obiettivi

L'altro pezzo da novanta potrebbe essere Cesare Prandelli. Non ha mai negato di sentire la mancanza del lavoro di campo. L'Inter ha smentito in maniera secca di essere interessata al ct. Ma il buon Cesare sarebbe la soluzione ottimale per tutte le grandi società — Roma compresa, vista la grande amicizia con Baldini — perché sa lavorare con i campioni, far crescere i giovani ed essere aziendalista al punto giusto. Gli altri nomi vanno dal solido Blanc, al rampante Montella fino allo scatenato Bielsa. A questo punto non resta che aspettare il Big Ben.