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Da Cuadrado a… Rettangolo: “Io, le treccine, il ballo”

Le figurine sono una delle sue passioni. Sì, proprio come il calcio, i gol e quelle treccine che però hanno una sorta di data di scadenza nascosta da qualche parte. Segreti …

Redazione VN

Le figurine sono una delle sue passioni. Sì, proprio come il calcio, i gol e quelle treccine che però hanno una sorta di data di scadenza nascosta da qualche parte. Segreti con il sorriso, segreti confessati in allegria: Juan Cuadrado, per la cronaca figurina numero 177 dell’Album Panini, si racconta al settimanale «Topolino». «In campo per divertirsi», si chiama, la rubrica che la rivista dedica al fair play del mondo del pallone e per divertirsi di più — e meglio — è stato scelto proprio l’attaccante viola per iniziare una serie di interviste con i campioni della serie A. Cominciamo dalle treccine. La domanda è doppia: chi te le fa? E le terrai per sempre? «A volte mamma e altre la mia parrucchiera di Firenze che si chiama Ndak. Terrò le treccine fino ai 30 anni...». Insomma, il Cuadrado-look non prevede variazioni sul tema a parte, almeno fino al 2018, quando Juan (classe 1988) compirà i suoi 30 anni.

Dalle treccine alle figurine. A proposito, nella figurina che «Topolino» dedica a Cuadrado, il campione viola diventa... Rettangolo. «Mi è sempre piaciuto fare la raccolta delle figurine e anche da piccolo con i miei amici ce le scambiavamo. A volte, adesso, mi sembra strano che anch’io ne faccia parte». Si passa alle questioni sportive. Cuadrado confessa di non essere... indistruttibile. Le continue rincorse sulla fascia, i ’giochetti’ per spiazzare l’avversari, si fanno sentire sulle gambe. Eccome. «Mi stanco e anche tanto... la velocità che ho è un dono di Dio e per gli allenamenti seguo i consigli del mister». Fra i ricordi più belli mette quanto gli è riuscito di fare appena qualche mese fa in maglia viola, a Verona. «La cosa più bella che ho fatto fino ad oggi? — riprende l’esterno colombiano — . La prima doppietta della mia carriera, contro il Chievo, anche perché ho regalato la vittoria alla mia squadra». Mentre il ricordo più difficile da cancellare riporta il giocatore alle stagioni nel Lecce. «La retrocessione con il Lecce, quello è stato un giorno triste. Nello spogliatoio, alla fine della partita che decretò la retrocessione c’era un silenzio incredibile... e fu proprio la Fiorentina a mandare il Lecce in B». Per chiudere ancora una emozione e una botta di simpatia. «Quando sento i tifosi che esultano per un gol, mi viene istintivamente voglia di ballare». E allora balla, Cuadrado. Anzi, Rettangolo.

Riccardo Galli - La Nazione