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Corvino, lo scopritore di talenti che ricostruì la Fiorentina

Tra soddisfazioni e delusioni, la storia fiorentina del direttore sportivo.

Redazione VN

Sul Corriere dello Sport si ripercorre l'avventura fiorentina di Pantaleo Corvino, ormai prossimo direttore sportivo del Bologna. Una storia travolgente e in cui s'intrecciano calcio e arte, l'altra grande passione dello scopritore di talenti. «Io li devo vedere, sentire, toccare come fossero di lana...», la frase più celebre di Corvino, che dello scouting ha fatto una sorta di ragione di vita. Arrivò a Firenze nel 2005, ereditando una Fiorentina salvata grazie alla classifica avulsa e con ben 43 elementi in rosa, iniziando a sfoltire il parco giocatori e a ridurre il monte ingaggi. Ricostruì la squadra con Frey, Pasqual, Montolivo, Toni Gamberini e Brocchi. Perse Vidic e Barzagli, ma si consolò con Mutu e Kuzmanovic. Scoprì Osvaldo, che con i suoi portò i viola ai preliminari di Champions, Jovetic e Ljajic. Diede un'altra chance a Vieri, poi ricongiunse l'allievo Gilardino con il maestro Prandelli. Ha acquistato Felipe Melo, poi rivenduto per 25 milioni alla Juventus. Ci sono state anche delle delusioni: da Bolatti e Keirrison allo sciagurato acquisto di Felipe, dalla squalifica di Mutu al no di Cassano. Ha portato a Firenze giovani in rampa di lancio come Neto, Cerci e Nastasic.

Un martello pneumatico, attento alla prima squadra quanto al settore giovanile, che durante la sua gestione vinse due titoli Allievi, una Coppa Italia e una Supercoppa Primavera. Piaceva alla gente, poi con l'arrivo di Mihajlovic qualcosa si è incrinato in modo definitivo. Il serbo era reduce dall'esperienza positiva a Catania e arrivò a Firenze per sostituire Prandelli. Corvino sbagliò la scelta, così come sbagliò a prendersi carico dell'intero club in un momento in cui tutti stavano da parte perché la situazione era difficile. La sua avventura viola terminò con un licenziamento, mentre era a Lecce accanto alla madre morente, senza una polemica e lasciando alla Fiorentina una serie di assegni circolari (Babacar, Neto, Ljajic, Jovetic, Cerci, Behrami).

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