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Corriere: La vittoria del gruppo

Due vittorie in quattro giorni. Che sia Europa o serie A, il risultato non cambia. E nemmeno la classifica che vede i viola al secondo posto a soli due punti …

Redazione VN

Due vittorie in quattro giorni. Che sia Europa o serie A, il risultato non cambia. E nemmeno la classifica che vede i viola al secondo posto a soli due punti dalla vetta e con all'orizzonte il big match di giovedì prossimo a San Siro contro l'Inter, una sfida che ha già il sapore dell'altissima classifica tra due delle squadre più in forma del campionato.

Merito di Vincenzo Montella che, dopo aver alzato troppo i toni, ha saputo tornare sui suoi passi, infondere tranquillità a tutto l'ambiente e quella mentalità da grande squadra che la Fiorentina sembra ormai aver assimilato. Perché il 2-0 di ieri sul difficile campo dell'Atalanta ha il sapore della vittoria del gruppo. Di una mentalità che non cambia mai, sia che si giochi al Franchi oppure lontano da Firenze. Solo così, insieme a un tasso tecnico che in Italia ha pochi rivali, si spiega questo avvio di campionato così prolifico anche in trasferta. Quattro gol a Genova, altri due a Bergamo per sei punti che fanno volare nonostante assenze pesantissime come quelle di Gomez, Cuadrado e Pizarro. E proprio quando sembrava che la stagione viola si fosse messa in salita, la Fiorentina ha saputo rispondere nel modo migliore. Giocando con personalità fin dal primo minuto, entrando in campo con in testa un solo risultato: i tre punti. Per riuscirci Montella ha dovuto cambiare tanto, a partire dal modulo, un inedito 4-3-2-1 che già in estate si era affacciato nelle fantasie della dirigenza e dell'allenatore, ma che ancora non era stato provato in gare ufficiali. E così all'imprescindibile Rossi, l'Aeroplanino ha affiancato Mati e Wolski, all'esordio assoluto in questa stagione, coprendo poi il centrocampo con il trio Aquilani-Ambrosini-Borja Valero. Una soluzione che ha finito per togliere qualsiasi punto di riferimento all'Atalanta, in difficoltà con la possente ma lenta difesa.

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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino