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Corriere: La meglio gioventù (in panchina)

Lavoro, ambizione, voglia di vincere. Una faccia, una razza insomma. Quella da allenatori giovani e vincenti che rappresentano oggi la «meglio gioventù» delle panchine italiane. Vincenzo Montella e Antonio Conte …

Redazione VN

Lavoro, ambizione, voglia di vincere. Una faccia, una razza insomma. Quella da allenatori giovani e vincenti che rappresentano oggi la «meglio gioventù» delle panchine italiane. Vincenzo Montella e Antonio Conte hanno così tanto in comune da finire quasi per creare imbarazzo in una settimana, quella della partita più attesa dell'anno, in cui invece si fa a gara per cercare di apparire diversi, esaltare le differenze in linea con l'accesa rivalità tra le due tifoserie.

Eppure il parallelo tra i due tecnici resta più vivo che mai. A partire dalle panchine in serie A che per un curioso dato statistico sono assolutamente identiche: 96 per entrambi (al netto della squalifica di quattro mesi che il bianconero ha scontato la scorsa stagione). Un numero che sottolinea anche la scelta di Fiorentina e Juventus di puntare sulla linea verde in panchina. L'Aeroplanino è infatti il più giovane allenatore della serie A, mentre Conte è appena fuori dal podio, visto che occupa la quarta posizione di questa speciale classifica. (...)

Certo le regole e il loro rispetto, per entrambi i timonieri, sono fondamentali senza guardare in faccia nessuno. Compresi gli atteggiamenti e la vita fuori dal campo che per due come loro sono importanti (se non di più) delle giocate in campo. Chi non ricorda l'ultimatum (e la conseguente epurazione) la prima settimana di ritiro a Moena lo scorso anno dopo la «cena delle pernici» un episodio che ha segnato un punto di svolta tra le abitudini poco professionali della Fiorentina targata Mihajlovic-Delio Rossi e quella dell'Aeroplanino. Non è stato da meno Conte che nel plasmare la sua Juventus scudettata non ha risparmiato dichiarazioni al veleno perfino nei confronti di Pirlo, reo di non essersi seduto in panchina per incitare i compagni dopo una sostituzione. Pugno di ferro, dunque, ma anche tanto lavoro specifico e attenzione ai particolari.

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Modelli di gioco simili così come gli insegnamenti appresi da due maestri recenti del calcio italiano: Capello (per Montella) e Lippi (per Conte), punti di riferimento per entrambi, soprattutto per quella continua «fame di vittoria» che non li abbandona mai. Similitudini, passati calcistici che si sono incrociati e numeri che, nel confronto, al momento premiano l'allenatore bianconero. Nei precedenti quattro scontri diretti le vittorie di Conte sono 2 mentre altrettanti sono i pareggi con Montella che con la Juventus (se si considera anche la stagione a Catania) non ha mai conquistato il successo. (...)

Corriere Fiorentino