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Corriere Fiorentino: viaggio a casa Esbjerg
Sport (stadio esaurito) ma non solo: giganti sul mare e…
Quattro colossi alti nove metri in cemento bianco con lo sguardo fisso sull'orizzonte. «Mennesket ved Havet», l'uomo che incontra il mare, è l'opera simbolo di Esbjerg, città di quasi 72 mila abitanti nello Jutland del Sud, in Danimarca. Dove domani alle 13.30 (partenza da Peretola intorno alle 10.30) atterrerà la Fiorentina di Vincenzo Montella per giocare giovedì la partita di andata dei sedicesimi di finale di Europa League.
L'attesa, nella piccola cittadina danese, è altissima se è vero che il minuscolo stadio «Blu Water Arena» sarà completamente esaurito con i suoi 11 mila posti a sedere (e coperti), un pienone che tra l'altro farà segnare il record storico di incassi della società biancoazzurra. Un grande evento sportivo, insomma, per gli abitanti di Esbjerg che con il calcio non hanno poi tutta questa dimestichezza. Normale, in una regione dove la prima attrattiva (e fonte di sostentamento) non può essere che il mare. Un connubio strettissimo, quello con le onde, visto che Esbjerg è attualmente uno dei porti più importanti del Mare del Nord e che la pesca resta l'attività economica principale. Non solo lavoro però. Anche le attività sportive non si allontanano mai molto dalle lunghe spiagge dove d'estate i surf e le vele colorano l'orizzonte. Il prossimo agosto, ad esempio, Esbjerg sarà sede della tradizionale «Tall ships races», un'eccezionale regata tra velieri d'epoca che per il 2014 ha scelto proprio la cittadina danese come sede.
Ma il vanto dei danesi restano i paesaggi e il grandissimo parco naturalistico del mare di Wadden, una lunghissima striscia di acqua salmastra che si estende da Ejsbierg fino a Den Helder in Olanda per una lunghezza totale di 450 chilometri, una larghezza che può arrivare a 30 chilometri e una superficie totale di 10 mila chilometri quadrati. Si tratta di una specie di laguna (tanto che viene paragonata a quella di Venezia) che si è creata tra la costa della Danimarca e dell'Olanda e una serie di isolette (tra cui il gruppo delle Frisone) che hanno permesso negli anni la formazione di un delicato e particolare ecosistema.
Stormi di uccelli migratori (a primavera si può assistere al fenomeno del «Sole nero» visto che nel volo arrivano a oscurare il sole) e foche la fanno da padrone, ma anche l'attività umana non passa inosservata. Perché può capitare di assistere a gruppi di persone, rigorosamente in fila indiana, che camminano con l'acqua appena sotto il ginocchio e che approfittando della bassa marea si spostano da isoletta a isoletta passeggiando tranquillamente (ma tenendo un occhio attento all'orologio per evitare l'improvviso ritorno dell'acqua alta).
Sono i cosiddetti «Mudflat hiking», quelli che «camminano nel fango», una vera e propria attività sportiva praticata quasi esclusivamente in Olanda, nella Germania del nord e appunto in Danimarca. Per provarla è naturalmente necessaria una guida locale, in grado di prevedere il ciclo delle maree evitando così di trovarsi, di colpo, in mezzo la mare, a molte centinaia di metri dalla riva. Per chi invece non volesse avventurarsi in spedizioni decisamente umide, meglio allora un po' di arte arte moderna (al Kunstmuseum) oppure fare un giro al museo marittimo, dove insieme alle imbarcazioni tipiche, si può trovare anche una ricostruzione dell'immancabile nave vichinga.
Sport e non solo dunque. I quasi 300 tifosi viola che dovrebbero raggiungere Esbjerg avranno solo l'imbarazzo della scelta. Aspettando la Fiorentina, che dopo quasi due mesi di pausa, giovedì tornerà a respirare aria d'Europa.
Corriere Fiorentino
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