Meno due partite alla fine. È’ questa la miglior notizia che arriva dal Franchi insieme alla terza vittoria consecutiva (prima volta in questa stagione) e a un’Europa ormai praticamente in tasca. Ancora due partite, poi giù il sipario e via la corrente a un ambiente che di elettricità sembra averne raccolta un po’ troppa. Rischio scossa altissimo, insomma, e non di quelle positive come i gol di Gonzalo, Gilardino (si sta guadagnando la conferma, 3 gol in 12 spezzoni di gara) e Salah che pure hanno steso in poco più di un’ora quello che resta del Parma. Tre punti importanti alla causa che regalano altri sorrisi a una stagione comunque più che positiva.
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Corriere Fiorentino: Una vittoria avvelenata
Quinto posto in tasca, serve chiudere al meglio e poi staccare la spina
Eppure, nonostante questo, meglio staccare la spina. La cosa tra l’altro vale per tutti. Basta pensare, per esempio, a Mario Gomez ancora una volta in panchina (terza consecutiva) e ormai destinato a lasciare Firenze sempre che qualcuno sia disposto a sborsare almeno una decina di milioni, oppure a Montella che tra j’accuse alla piazza, difesa a spada tratta della squadra e conseguenti spiegazioni ha passato gli ultimi quattro giorni a fare un corso accelerato di umorismo fiorentino chiedendosi nel frattempo se sia ancora il caso di continuare a sedersi sulla panchina viola. Ma non solo. Sarà salutare staccare la spina anche per i tifosi, per quelli che allo stadio ci sono stati sempre, che ormai sognano la Fiorentina anche di notte tante sono le partite a cui hanno dovuto assistere (pagano salati biglietti, che piovesse o facesse caldo come ieri) e che ieri hanno applaudito la squadra e i giocatori, per quelli che invece restano fuori dallo stadio ma utilizzano il web per far sentire la propria spesso eccessiva critica voce e per quelli «organizzati» che ieri, a poche ore dalla partita, hanno lanciato anche loro un macigno grande così in questo stagno viola sempre più turbolento.
«Le vere responsabilità — c’è scritto in un lunghissimo comunicato firmato genericamente “Curva Fiesole” — non le ha la squadra che ha dato il massimo, né l’allenatore che in questi anni ha fatto molto bene, né tantomeno i tifosi. Il vero problema è la società e non stiamo parlando di investire più denaro. Una società che ha allontanato la squadra dalla propria città (...). La carica più rappresentativa della nostra società è ricoperta da una persona ai più sconosciuta che le uniche volte che ha aperto bocca ha perso un’occasione per stare zitto. Che si prenda le sue responsabilità e si dimetta».
Parole chiare (almeno nei concetti più importanti che abbiamo riportato). Destinatario ben preciso: il presidente esecutivo Mario Cognigni, da 13 anni la figura di fiducia della famiglia Della Valle. Che, come era prevedibile, ha risposto stizzita prima della gara con il patron Andrea su Radio Blu . «Con i tifosi siamo sempre andati di comune accordo. Capisco alcune cose del comunicato, come le precisazioni sulle contestazioni, anche se ricordo che siamo usciti con i detentori della coppa e contro una finalista di Champions. Di questo comunicato non capisco invece la parte misteriosa. Viene davvero dalla Fiesole? Mi piacerebbe saperlo e lo chiederò a quei 6/7 rappresentanti che conosco e con cui c’è sempre stato un buon rapporto. Ad ogni modo faccio i complimenti al loro ufficio stampa — continua sarcastico Adv — sempre che lo abbiano, ma rispondo dicendo che in 13 anni questo organigramma di persone ha portato la Fiorentina da Gubbio a Liverpool, ha regalato gioie e soddisfazioni. Perciò quando si attacca Cognigni, si attacca Della Valle. Questo focolaio acceso senza motivo in questo momento mi provoca un’amarezza paurosa, mi fa molto pensare, mi rende perplesso e lo trovo imbarazzante. Ma ripeto non credo sia il pensiero della curva».
Non proprio insomma il modo migliore per finire una stagione vissuta comunque da grandi protagonisti. E le prossime settimane non si annunciano da meno con il futuro di Montella ancora in bilico («Ci metteremo a un tavolino a fine campionato. Ha un contratto di altri due anni, noi li rispettiamo sempre», fa notare Della Valle) e le scelte della società sul rinnovamento della squadra. Da prendere però facendo ricorso a tutto l’equilibrio e alla lucidità possibile. Sempre che ne sia rimasta ancora un po’ dentro e fuori dal campo.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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