Trentatré giocatori, di cui solo sette italiani, e ben 12 extracomunitari per quella che negli ultimi anni a causa anche di un mercato sempre più complesso come quello italiano, è diventata una delle rose viola più internazionali della storia della Fiorentina. Una ricerca, quella portata avanti dalla capillare rete di scouting che risponde agli ordini di Pradè e Macia, che se da una parte ha permesso al club dei Della Valle di ripartire ed affermarsi in Italia e in Europa trovando nuove risorse e talenti in giro per il mondo, dall’altra ha finito per rendere la squadra sempre meno italiana.
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Corriere Fiorentino: una baby Fiorentina per Tavecchio
Trentatré giocatori, di cui solo sette italiani, e ben 12 extracomunitari per quella che negli ultimi anni a causa anche di un mercato sempre più complesso come quello italiano, è …
Un modus operandi , quello dei dirigenti viola che ora la Fiorentina sarà costretta a rivedere per rispondere alle nuove norme che la Federcalcio ha votato giovedì e che si inseriscono in quella riforma dei campionati che nei prossimi mesi dovrebbe essere portata a termine. Aldilà dell’efficacia o meno dei provvedimenti (sia l’associazione calciatori che quella che rappresenta gli allenatori si sono detti contrari), e in attesa che la Figc comunichi il modo e i tempi con cui le società dovranno adeguarsi, si può dunque già immaginare come cambierà il lavoro dei dirigenti viola e come dovrà essere modificata la rosa.
Il primo punto che non lascia dubbi all’interpretazione è quello relativo al numero di giocatori: massimo 25. La Fiorentina, come detto, al momento ne ha in rosa 33, decisamente troppi. Tagliare dunque, sfoltire la rosa, se già in casa viola questa era una necessità dettata dal bilancio e dal monte ingaggi, ora diventa un imperativo che obbligherà Pradè e Macia agli straordinari visto il «mercato saturo» (definizione del direttore sportivo) destinato a diventarlo ancora di più dato che anche altri club saranno costretti a svendere in tempi ragionevolmente brevi.
C’è poi la nuova norma, non secondaria, dell’obbligo di avere quattro italiani in rosa, un punto che, stando così le cose, potrebbe rappresentare un ostacolo non facilissimo da superare per la Fiorentina. Perché se è vero che al momento Montella ha attualmente a disposizione sette connazionali, di questi due sono destinati a essere tagliati per ridurre la rosa (Lazzari e Lupatelli), e altri due sono a scadenza di contratto con non poche difficoltà a rinnovare (Pasqual e Aquilani). Quattro su sette dunque non sono poi così sicuri di restare il prossimo anno e considerando che sul settimo, Pepito Rossi, permane l’incognita della condizione fisica, la questione potrebbe rivelarsi problematica.
A venire in aiuto allora potrebbe essere il grande lavoro sui giovani fatto dalla Fiorentina in questi anni. Perché per permettere ai club di ammortizzare il colpo le nuove direttive entreranno in vigore in maniera graduale. Se nel 2016/17 i club oltre all’obbligo dei quattro giocatori italiani avranno anche quello dei quattro provenienti dal vivaio, nel 2015 la prescrizione sarà meno rigida e bisognerà complessivamente assicurare alla rosa otto giocatori tra italiani e quanti provengono dalle giovanili. Niente di più facile per la Fiorentina che potrà allora attingere dai tanti talenti che si stanno formando (come spiegato nell’articolo qui sotto) ed avere così più tempo per tornare a lavorare anche sul mercato italiano.
Tranquillità, in casa viola, anche per il punto relativo al pareggio di bilancio. Ad eccezione delle ultime due stagioni, in cui le uscite hanno finito per costringere la proprietà a ricapitalizzare, la politica dell’autofinanziamento inaugurata dalla Fiorentina ormai sei stagioni fa ha permesso di strutturare la società in questo senso, con il tetto ingaggi da una parte e la ricerca di ricavi aggiuntivi dall’altra. Marketing, internazionalizzazione del brand, e soprattutto lo stadio: sono queste le carte viola per aumentare il proprio peso: Anche fuori dal campo.
Corriere Fiorentino
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