Quando di colpo il silenzio era calato come una pietra tombale sulle speranze del Franchi. Quando sembrava impossibile, sotto di due reti in dieci contro undici dalla mezz'ora del primo tempo, quando Flamini su assist del fischiatissimo Montolivo sembrava aver messo dentro il gol della sicurezza rossonera. Ferita, a nervi scoperti, colpita nell'orgoglio, sulle ginocchia come un pugile alle corde mentre vede arrivare il montante decisivo, quello più cattivo, che spezza i sogni e apre le ferite più dolorose. Si è rialzata in piedi la Fiorentina, a spallate si è riversata in avanti, barcollando, stringendo i denti e trattenendo la paura e lo sconforto che tagliano le gambe, portano alla rassegnazione.
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Corriere Fiorentino: Un finale da film, pari di rabbia
Quando di colpo il silenzio era calato come una pietra tombale sulle speranze del Franchi. Quando sembrava impossibile, sotto di due reti in dieci contro undici dalla mezz’ora del primo …
Perché davvero la gara dell'anno non poteva finire così. Non senza lottare, non senza provare a scrivere un finale che solo nei film (o nel calcio). E allora la Fiorentina si è ribellata, si è giocata tutto, ha capito che quell'errore dell'arbitro sull'espulsione di Tomovic, così evidente da generare l'isteria in tribuna e in campo, avrebbe magari portato un Tagliavento ormai in completa crisi d'identità a sbagliare ancora. Già perché, inutile girarci intorno, il big match del Franchi è ruotato tutto intorno a una direzione di gara inadeguata, irritante, ma soprattutto tecnicamente scarsa. (...)
Così, metro su metro, i viola hanno preso a calci un destino che sembrava scritto. Grazie a Ljajic che si è caricato sulle spalle la squadra, conquistato e trasformato un rigore, grazie a Montella e alla sua intuizione di lasciare in campo Cuadrado per ubriacare di dribbling i rossoneri, caduti nella trappola con il più giovane, De Sciglio, scellerato quanto ingenuo nell'atterrare il colombiano per il secondo rigore. Ma anche con una difesa rabberciata (oltre al rosso per Tomovic, l'infortunio in corsa di Savic), reinventata su due piedi dall'Aeroplanino ma comunque attenta contro le tante frecce di Allegri che ha finito la partita con un disperato 4-2-4.
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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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