Trentaquattro giorni all'alba. Che sarà carica di tensione e attesa per quella che potrebbe essere il giorno della prima coppa dell'era Della Valle. Per questo, anche se manca ancora un mese, Fiorentina e Napoli continueranno a guardarsi a distanza in un finale di stagione da vivere comunque senza risparmiarsi troppo per inseguire i rispettivi obiettivi. Già, il campionato, che domenica ha unito ancor di più il destino di due piazze, Firenze e Napoli, che da anni lottano con successo per scalzare dai posti che contano le solite note. A creare l'ennesima analogia della stagione ci ha pensato la squadra di Benitez e il pubblico del San Paolo che si è divertito, nel minuti di recupero contro la Juventus, a schernire i bianconeri con quegli «olé» che gli uomini di Conte avevano ascoltato solo al Franchi lo scorso ottobre dopo il 4-2 che ha scritto una pagina di storia viola.
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Corriere Fiorentino: Quelli che… hanno fatto Olè
Trentaquattro giorni all’alba. Che sarà carica di tensione e attesa per quella che potrebbe essere il giorno della prima coppa dell’era Della Valle. Per questo, anche se manca ancora un …
Un privilegio riservato a pochissimi, «l'olé» alla Juve ormai sfinita come un toro che prova a incornare a testa bassa, che non ha solo un significato folcloristico. Perché non è un caso che a battere lo schiacciasassi di Conte siano state le due squadre che per filosofia, giocatori e idea di gioco guardano più che al calcio italiano a quello europeo, il palcoscenico dove la Juve ha incontrato le maggiori difficoltà anche in questa stagione. Ma non solo. Perché Fiorentina e Napoli restano le due squadre che più di tutte si assomigliano tra loro, nella ricerca del gioco e nell'atteggiamento sempre offensivo. Una strada che i viola però nelle ultime settimane sembrano aver smarrito, appannati dalla stanchezza sia fisica che mentale, e che in un mese sono chiamati a ritrovare per giocarsi con le proprie armi migliori la finale di coppa Italia.
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