La coppia dei sogni finirà per essere ricordata come la più grande illusione del ciclo Montella. Rossi e Gomez, i campioni dal gol facile, i fuoriclasse che parevano nati per giocare insieme e presi apposta per portare in alto la Fiorentina, hanno giocato insieme la miseria di un paio di partite di due anni. Quella doppia doppietta di Marassi (era il settembre 2013 e il Genoa venne sconfitto 5-2) resterà la fotografia di quello che poteva essere e non è stato, per colpa degli infortuni ma anche degli inceppi di Mario Gomez.
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Corriere Fiorentino: Nuovo attacco e l’incognita Pepito
Gomez-Rossi, illusione finita: il tedesco partirà. Caccia a un altro bomber
Dall’anno prossimo però, la Fiorentina volterà pagina. Perché continuare a maledire la jella senza reagire, non avrebbe senso. Il tedesco a Firenze ha fallito e già da qualche settimana i viola stanno cercando una squadra che possa portarselo via. Pepito invece resterà, ma dal prossimo campionato dovrà diventare l’eventuale valore aggiunto della rosa e non l’asso da aspettare tenendogli in caldo il posto. Il piano dunque sembra già fatto: la Fiorentina sul mercato cercherà due attaccanti di livello, da affiancare ovviamente a Salah in primis, ma anche a Babacar, Bernardeschi e pure Gilardino. Che a suon di gol e buona volontà sta convincendo la società a confermarlo (sempre che il Guangzhou lo liberi gratis o giù di lì).
Il primo passo però sarà trovare una sistemazione a Gomez. E la cosa non pare facilissima da farsi. Due estati fa, Della Valle lo pagò 16 milioni di euro più 4 di bonus e per evitare minusvalenze nel bilancio, dovrà pretendere almeno 8 milioni per rivenderlo (Gomez ha un contratto fino al 2017). Il tedesco anche pochi giorni fa ha ripetuto di «voler restare in viola», per provare a vincere e perché Firenze gli piace per davvero. Ora però che il rapporto con Montella si è complicato, le cose potrebbero cambiare molto in fretta: SuperMario c’è rimasto male per l’esclusione col Siviglia e la panchina di lunedì scorso ha peggiorato le cose. Montella da parte sua continuerà dritto per la sua strada e a Palermo sceglierà di nuovo Gila: tra i due per altro, pare che il dialogo sia ai minimi termini anche fuori dal campo, un’immagine perfetta per capire quanto il panzer sia lontano dai progetti viola. Il Gomez visto quest’anno in effetti è stato troppo spesso un attaccante lento e prevedibile, poco avvezzo a cogliere le occasioni sotto porta e corpo estraneo al gioco palleggiato di Montella: «La squadra deve giocare per me», disse il tedesco a Siviglia. Una frase che all’orecchio di Montella non è passata inosservata.
Su Rossi invece il discorso è ancora più chiaro. Quest’anno Pepito è stato il grande assente, tanto che la sua mancanza ha creato un pericoloso divario tra aspettative di proprietà e piazza e reale valore di una squadra privata del suo campione. Un errore da non ripetere in futuro, perché se Della Valle riuscirà a trattenere Montella, stavolta su obiettivi e potenzialità viola dovrà esserci massima coesione e unità di vedute. Da Moena in poi così, Pepito lavorerà per tornare il Fenomeno. Senza fretta e senza pressioni. Nel frattempo però al Fiorentina dovrà strutturarsi per fare a meno di lui, altrimenti il rischio sarebbe andare incontro a un’altra stagione di rimpianti.
Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino
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