Ipnotica, irriverente, spensierata come voleva Montella, ma soprattutto talmente superiore alla Sampdoria da strappare perfino gli applausi di un incredulo e impotente pubblico blucerchiato. Nessuno guarda più dietro, nessuno ieri a Marassi controllava i risultati di Inter, Lazio e Roma (prossimo avversario al Franchi). Gli occhi e le speranze dei giocatori viola sono tutti rivolti alla porta dorata, quella che apre la strada dei preliminari di Champions e di uno storico terzo posto, traguardo mai raggiunto nell'era Della Valle. Che il Milan ieri è riuscito a tenersi ancora, soffrendo maledettamente con il Catania (due volte sotto, alla fine la spunta 4-2 e deve ringraziare soprattutto l'ingresso — con doppietta — di Pazzini): il Diavolo non può far altro che tremare davanti a questa Fiorentina che sembra un'onda inarrestabile, capace di travolgere tutto e tutti.
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Corriere Fiorentino: Montella fa tremare il Milan
Ipnotica, irriverente, spensierata come voleva Montella, ma soprattutto talmente superiore alla Sampdoria da strappare perfino gli applausi di un incredulo e impotente pubblico blucerchiato. Nessuno guarda più dietro, nessuno ieri …
Compresa una volenterosa ma tecnicamente misera Sampdoria mandata in campo da Delio Rossi con il preciso ordine di arroccarsi in difesa per poi tentare il contropiede. Solo che ai blucerchiati è sempre mancata la materia prima, quel pallone che i viola hanno fatto girare con maestria, tecnica e velocità tanto da sfinire gli avversari e colpirli a piacimento. Come il gatto con il topo, o il matador con il toro (si addice meglio alla Fiorentina Olè) la squadra di Montella ha giocato sulla qualità di un centrocampo e di un trio offensivo apparso francamente imprendibile. Dalle ripartenze difensive di Gonzalo, ai cambi di gioco di Pizarro fino ai dribbling di Ljajic e alle fiammate di Cuadrado, la Fiorentina è stata di un altro pianeta. E pensare che la stella più luminosa dell'universo viola ieri non ha brillato. Stevan Jovetic è stato il grande assente di un squadra che sembra quasi aver imparato a fare a meno di lui, lanciando forse un segnale anche per il prossimo mercato.
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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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