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Corriere Fiorentino: Le regine dei piazzati a confronto

Nel calcio moderno ormai sono diventati indispensabili. Sarà per questo che due tecnici giovani, all’avanguardia e ambiziosi come Vincenzo Montella e Andrea Stramaccioni hanno deciso di puntare moltissimo sulla cura, …

Redazione VN

Nel calcio moderno ormai sono diventati indispensabili. Sarà per questo che due tecnici giovani, all'avanguardia e ambiziosi come Vincenzo Montella e Andrea Stramaccioni hanno deciso di puntare moltissimo sulla cura, anche maniacale, dei calci piazzati. Sulla palle ferme la Fiorentina in pochissimo tempo è diventata squadra da record, grazie al lavoro dello specialista Gianni Vio, scoperto da Zenga anni fa e già affermatosi a Catania: i viola in campionato finora hanno già segnato la bellezza di 15 reti sfruttando angoli, rimesse laterali e punizioni, con ovvi benefici in classifica. Nessuno in serie A ha fatto meglio, tanto è vero che la squadra di Montella ha mandato in gol ben 14 giocatori diversi, di cui 4 difensori (Gonzalo Rodriguez tra l'altro ha già segnato 5 volte).

In questa speciale classifica l'Inter, pur distanziata, è seconda a quota 7 reti fatte: 2 di Guarin (micidiale calciatore di punizioni), 2 di Ranocchia e una di Cambiasso, Chivu e Samuel. Nel corso di questi mesi infatti, i suoi giocatori hanno raccontato che il tecnico studia gli schemi la notte, a volte anche prima di prendere sonno. In albergo, durante i ritiri, tira fuori i suoi appunti segreti con centinaia di idee tattiche diverse e martella i suoi con marcatura in difesa e smarcamenti in attacco durante i calci piazzati. Se l'Aeroplanino demanda all'esperto Vio (alle palle inattive i viola dedicano due allenamenti settimanali), Strama dunque fa di testa sua: la similitudine sta nel rischio. Durante l'azione del sopra citato gol di Guarin col Napoli, l'Inter ha impiegato ben 9 giocatori per riuscire nello schema. E la Fiorentina spesso fa lo stesso, con tutti i centrali in area avversaria e i soli Cuadrado e Pasqual a difesa della propria metà campo.  (...)

Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino