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Corriere Fiorentino: Kalinic-Dzeko, i Balcani del gol

Il croato ha smaltito i problemi fisici e martedì ci sarà: che sfida con il bomber bosniaco di Spalletti. Dalla guerra al no alla Cina, i due hanno tanti punti in comune

Redazione VN

Sul Corriere Fiorentino si parla di Nikola Kalinic e Edin Dzeko, avversari martedì sera in Roma-Fiorentina:

""Bomber di razza, perfetti nel far reparto da soli e affamati di successo, Kalinic e Dzeko non hanno nel rifiuto ai cinesi l’unico punto in comune. La guerra, per esempio, li ha segnati per sempre. Nikola è nato sul mare, a Salona, una piccola città nella periferia di Spalato. Edin invece è di Sarajevo, uno dei simboli dei bombardamenti di inizio anni ‘90.

"«Per fortuna ero piccolo, i miei ricordi sono vaghi. Ma la sofferenza della mia famiglia me la porto ancora dietro», ha sempre spiegato il viola, «eravamo in 15 in 37 metri quadri, la guerra mi ha portato via l’infanzia», fu invece lo struggente ricordo del bosniaco appena arrivato in Italia. Martedì, per fortuna, la loro sfida sarà solo col pallone tra i piedi. Da una parte il bomber di Spalletti, più vecchio di due anni rispetto al collega e capace di segnare 22 gol in 31 partite quest’anno (di cui 15 in campionato); dall’altra il numero 9 di Sousa, fresco di gol al Genoa e già a quota 14 in stagionale.

"Tutti e due tra l’altro sono stati inseriti dall’Uefa nel «Dream Team» della prima fase di Europa League: un chiaro segnale che in giro, centravanti di questo livello, ce ne sono pochissimi. A proposito, Kalinic sta bene. Le botte al ginocchio subite contro Juve e Genoa hanno lasciato qualche livido, ma non gli impediranno di esserci. In questi giorni ha fatto allenamento differenziato, ma più a scopo precauzionale che terapeutico. Con il suo pupillo là davanti dunque, Paulo proverà a fare un altro sgambetto a Spalletti (all’andata finì 1-0 con gol di Badelj), anche perché proprio Kalinic sa diventare implacabile quando ha spazio davanti a sè: non a caso in trasferta ha segnato 6 dei suoi 10 gol in campionato. E visto che la Roma gioca ma lascia anche giocare, l’Olimpico potrebbe davvero diventare il palcoscenico giusto per incoronarlo Re di Roma almeno per una notte".