Quattro moduli in undici partite, quattro maschere diverse che hanno finito per nascondere il vero volto della Fiorentina. (...)
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Corriere Fiorentino: dov’è finita la Fiorentina?
Quattro moduli in undici partite, quattro maschere diverse che hanno finito per nascondere il vero volto della Fiorentina. (…) È la Fiorentina 2014-15, una squadra la cui formazione titolare cambia a …
È la Fiorentina 2014-15, una squadra la cui formazione titolare cambia a ogni partita, che è quasi impossibile conoscere per chi sta fuori dal campo, ma forse anche per chi ci scende ogni domenica. E allora di certo c’è solo una buona dose di confusione (che sia tattica oppure tecnica cambia poco). Lo dicono i numeri, lo dimostrano i continui cambiamenti in cui lo stesso Montella sembra essersi perso, davanti a una rosa insensata per numero di giocatori (quasi trenta) e piena di doppioni, nessuno dei quali però in grado di rompere gli equilibri. E così capita che tra i giocatori più impiegati si contino sulle dita di una mano quelli che hanno interpretato fino a oggi un solo ruolo, il più congeniale. Ad eccezione di Neto, Pizarro, Pasqual, Kurtic e Gomez, infatti, tutti gli altri hanno ricoperto almeno due posizioni diverse.
Partiamo dalla difesa con Richards e Tomovic che hanno giocato sia in posizione di terzino destro che di centrale difensivo (l’inglese a tre a Genova, il serbo anche nella difesa a 4). Quindi Gonzalo, Savic e Basanta che pure essendo rimasti al centro della retroguardia sono stati costretto a modificare l’interpretazione della gara nel caso di difesa a tre o a quattro. Quindi la fascia sinistra con Alonso, diventato improvvisamente un tuttofare utilizzato come centrale difensivo, terzino sinistro e perfino laterale di centrocampo, e Vargas possibile interno di sinistra o esterno alto nell’attacco a tre.
Le cose non cambiano molto a centrocampo dove Borja Valero ha giocato sia come trequartista che come mezzala, Aquilani ha fatto il regista e l’interno, una posizione ricoperta anche da Mati Fernandez utilizzato però spesso anche come rifinitore. Poche certezze insomma, proprio come in attacco dove perfino Babacar è partito come seconda punta per diventare riferimento offensivo, dove Cuadrado ha giocato sia a destra che a sinistra che al centro e dove Ilicic ha fatto un po’ tutti i ruoli con scarsi risultati.
Finita qui? In parte. Perché nella gestione della rosa andrebbero inseriti anche i desaparecidos , quelli che hanno visto il campo pochi minuti salvo poi tornarsene in panchina o in tribuna: da Brillante a Joaquin, da El Hamdaoui a Hegazy (tralasciando Octavio e Iakovenko), sono le ciliegine sulla torta di un rosa che appare solo numericamente rafforzata. Già, perché accanto alle scelte (a volte discutibili) di Vincenzo Montella sul banco degli imputati non può non salire anche la dirigenza viola che ha concretamente operato, o anche solo avallato, le scelte di mercato delle ultime due stagioni. (...)
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