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Corriere della Sera: Fiorentina outsider del campionato. Pepito è la vera spina

La pretendente, l’alternativa e l’outsider: l’ordine in griglia di Roma, Napoli e Fiorentina è quello delle loro ambizioni. La squadra di Garcia non si nasconde più: punta allo scudetto. I mezzi …

Redazione VN

La pretendente, l’alternativa e l’outsider: l’ordine in griglia di Roma, Napoli e Fiorentina è quello delle loro ambizioni. La squadra di Garcia non si nasconde più: punta allo scudetto. I mezzi per l’attacco a un sogno che non si realizza dal 2001 i giallorossi li hanno: acquisti pesanti (39,5 milioni di uscite contro 2,5 di entrate), una bellissima stagione alle spalle, un allenatore sempre più padrone della situazione. Il modulo è consolidato (4-3-3) ma, con una rosa al momento degna della Juventus, pare più flessibile che in passato, il che è sempre un plus valore. Pensarla in velocità con Gervinho e Iturbe lanciati sulle fasce da Totti esalta i tifosi e atterrisce gli avversari. Le incognite sono il doppio impegno con la Champions (che non aveva l’anno scorso), la situazione di Destro (forse in via di cessione, e non si capisce perché) e una difesa non ancora registrata: se Benatia andrà via, urgono interventi. Perché comunque è sempre da lì che si costruiscono i titoli.

Se il Napoli potrà lottare con la Roma e la Juventus lo sapremo presto. Dopodomani a Bilbao gli azzurri si giocano infatti il passaggio in Champions League, cioè un sacco di soldi (almeno 30 milioni) e un extra-carburante di cui l’ambiente, dalla squadra al pubblico, ha disperato bisogno. Insieme, va da sé, a qualche nuovo giocatore. La sessione di mercato è stata fin qui povera di qualità, benché virtuosa (11,5 milioni spesi, 14,3 incassati), e Benitez vorrebbe almeno un paio di centrocampisti di sostanza. La qualificazione alla Champions potrebbe finalmente risvegliare le voglie di De Laurentiis, in caso contrario sarà dura e i segnali si sono già visti nell’andata del preliminare con l’Athletic: il 4-2-3-1 di Rafa è troppo monolitico, la difesa soffre come l’anno scorso, Hamsik non si è ancora risvegliato (perché non provarlo in mediana?), Insigne è sotto pressione e Higuain, il totem che tutto muove, è nervoso: senza Champions, per lui, non c’è calcio. Forse, neanche Napoli. Che però non ci sarebbe senza Higuain. È un vicolo cieco, se ne esce solo passando a Bilbao.

Di rincorsa, piena di fiducia e, come si dice, a fari spenti, scatta invece la Fiorentina. È leggera di spirito, senza le pressioni delle altre due, tatticamente modulabile (3-5-2 o 4-3-1-2 con Borja Valero dietro le punte), tecnicamente notevole (la mediana resta di gran qualità, e in avanti torna Mario Gomez) e con due filoni appena scoperti dai quali può uscire oro fresco: Babacar e Bernardeschi. A loro, per ora riserve, Montella potrebbe ricorrere dovesse partire in extremis Cuadrado, ma la vera spina è Giuseppe Rossi, magnifico talento indifeso come una piuma. Oggi le visite diranno se il ginocchio destro soffre di menisco. Si spera di no, in ogni caso la sua gestione è fondamentale: è lui la variabile che indirizzerà il futuro viola.

Alessandro Pasini - Corriere della Sera