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CorFio: Viola, un urlo tricolore

Parla azzurro, per una volta, la multinazionale Fiorentina. E proprio nel giorno in cui sulla maglia porta il logo di «Firenze Capitale», a chiudere idealmente il cerchio iniziato martedì scorso …

Redazione VN

Parla azzurro, per una volta, la multinazionale Fiorentina. E proprio nel giorno in cui sulla maglia porta il logo di «Firenze Capitale», a chiudere idealmente il cerchio iniziato martedì scorso con la vittoria di Roma. Soffre, si rialza, esulta, trema e poi vince la squadra di Montella in questo pranzo a dir poco movimentato contro l’onesta Atalanta. Un 3 a 2 strappato negli ultimi minuti (e in sospetto fuorigioco) con capitan Pasqual, uno che tra assist e gol, alla fine, dimostra ancora una volta che tanto di meglio in giro non c’è su quella fascia sinistra occupata per troppo poco tempo in questa stagione.

Corre sotto la Fiesole, Manuel, come aveva fatto pochi minuti prima l’altro italiano protagonista di questi tre punti che, in attesa della partita della Lazio di stasera, trascinano la Fiorentina al quarto posto solitario in classifica. Già, Alino Diamanti, e il suo primo gol in maglia viola. Cercato, meritato, e soprattutto inventato grazie all’arte antica dei veri «numeri 10», razza in via d’estinzione in questo calcio tutto transizioni attive e negative, dove quelli come lui sembrano non avere più diritto di cittadinanza tanto da dover emigrare addirittura in Cina. Fino a quando, per rimettere a posto le cose, dare ordine e semplificare un gioco d’attacco che aveva finito per mandare in tilt un altro attaccante vecchio stampo come Gomez, Montella ha chiesto e ottenuto il ritorno di Alino. Che in tre partite si è preso standing ovation, tanti bei calci dagli avversari e soprattutto le redini di una Fiorentina che se a centrocampo non può fare a meno di Pizarro (con il suo ingresso nella ripresa tutto è cambiato) in avanti ora ruota intorno al suo sinistro e al suo carisma.

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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino