Non è ancora muro contro muro, ma potrebbe diventarlo presto. Non è ancora un addio alla Fiorentina, ma qualcuno è pronto a giurare che il futuro sia già scritto con la parola «fine» ben in vista nel capitolo dedicato a Vincenzo Montella. «Questione di punti di vista», per dirla con le parole dell’allenatore che risponde così alla domanda per nulla retorica se i contratti siano fatti per essere rispettati.
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CorFio: siamo a fine ciclo. Una storia dai contorni shakespeariani
Non è ancora muro contro muro, ma potrebbe diventarlo presto. Non è ancora un addio alla Fiorentina, ma qualcuno è pronto a giurare che il futuro sia già scritto con …
Essere o non essere, il finale di stagione viola sta assumendo contorni shakespeariani. Perché di certezze, davvero, in questo momento è impossibile trovarne anche all’interno della società. La stessa che da una parte ha già sondato le alternative (Donadoni, Sarri, Mazzarri, Di Matteo i nomi più accreditati), e dall’altra non si è ancora rassegnata all’idea di perdere l’allenatore che, solo lo scorso gennaio Andrea Della Valle aveva posto «al centro del nostro progetto, ora e in futuro». «Cercheremo di convincerlo a restare», conferma Daniele Pradè nella pancia del Barbera, ma oltre, il direttore sportivo che con Montella ha un rapporto speciale, non se la sente di andare. Perché dire oggi se Montella e la Fiorentina proseguiranno insieme diventa, veramente, un esercizio degno di un oracolo.
In fondo a parlare in modo sibillino da qualche settimana è proprio l’allenatore. Che stuzzicato sul futuro a ogni conferenza stampa aggiorna continuamente il suo punto di vista. Districarsi, dunque, tra così tante parole rischia di confondere. Forse anche lo stesso Aeroplanino che, per esempio, sull’argomento clausola regala una nuova versione dei fatti: «Non esiste. Più di tutto vale un patto d’onore che è fuori dal contratto e che dice che nel caso in cui da una delle due parti mancasse la convinzione e l’entusiasmo per continuare allora...». In realtà, ribadiscono dalla società, quella di Montella sarebbe una battuta perché nel contratto firmato lo scorso giugno (e che avrebbe valenza per altri due anni) la clausola di 5 milioni è invece scritta nero su bianco. E solo nel caso in cui Montella decidesse di fermarsi («sto bene anche a casa», ha detto dopo il Siviglia) si potrebbe arrivare a un accordo di rescissione consensuale. Altrimenti, magari se il Milan che ha quasi incassato ieri il no da Ancelotti volesse provare a tentare Montella, quella clausola tornerebbe a pesare. Eccome.
Questione di punti di vista. Si torna sempre lì. A un incontro con Andrea Della Valle che dovrebbe avvenire entro questa settimana, ma che, sostiene Montella, «io mica ho fretta di avere, visto che alla società ho sempre detto quello che penso». Per esempio, continua l’allenatore «che bisognerà fare alcune valutazioni perché gli obiettivi che erano stati fissati al momento della stipula del contratto sono stati già raggiunti, in anticipo sui tempi. Rispetto ai programmi di quando ho firmato siamo arrivati a fine corsa. Ora c’è da capire se continuare insieme, se c’è lo stesso entusiasmo da parte mia e da parte loro».
Fine del ciclo dunque. Ci siamo arrivati. Proprio ciò che la Fiorentina però in tutti questi mesi si è affannata a smentire in ogni occasione e che invece adesso diventa il nodo essenziale, almeno a sentire Montella. Perché su quali siano i programmi per uscire dallo stallo di una squadra «che ha fatto il massimo delle proprie potenzialità» verterà l’incontro decisivo tra Montella e Della Valle. L’Aeroplanino ribadirà il bisogno di garanzie sul fatto che pur cambiando una buona parte di questo gruppo, il risultato non cambi e che la Fiorentina resti competitiva fin da subito. «Dobbiamo capire se siamo arrivati a fine corsa e se ci sono le basi per continuare, nel massimo rispetto reciproco. Non mi sento un allenatore migliore di quanto la Fiorentina mi possa offrire, anzi potrei allenare anche una squadra inferiore. Le valutazioni le devo fare anche con me stesso, capire se posso contribuire a raggiungere certi obiettivi».
«Morire, dormire, forse sognare. Sì, è qui l’ostacolo». Lo era, alla fine, per Amleto, lo è forse per Montella. Che sembra proprio non riuscire più a farlo con questa Fiorentina.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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