E adesso la vera impresa sarà riuscire ad assorbire il prima possibile il pugno allo stomaco assestato dalla Vecchia Signora. E adesso la Fiorentina dovrà dimostrare di esserci ancora, almeno in campionato e in Europa League. Perché la coppa Italia e il sogno di conquistare la seconda finale consecutiva, se n’è andato via così. Strappato dalle mani quando non sembrava possibile dal tornado juventino orchestrato da un Massimo Allegri che in questa stagione sembra proprio non sbagliarne una. Nemmeno senza Pogba, Pirlo e l’infortunato dell’ultimo minuto Tevez, i bianconeri sono apparsi davvero eliminabili. Troppo forte e compatto il centrocampo della Vecchia Signora con un Marchisio in forma splendida (con buona pace della querelle con la Nazionale), troppo costanti nel ripiegare, allargarsi, per poi ripartire veloci i due attaccanti esterni, Morata e Pereyra, per consentire alla Fiorentina di fare il proprio gioco. Se n’è accorto quasi subito Montella che non è riuscito però a cambiare l’inerzia della partita se non adattando la propria squadra a quella di Allegri, ma senza la giusta convinzione. E così il 3-5-2 di partenza è diventato quasi subito un ibrido con Savic costretto ad allargarsi per inseguire Morata e Alonso a scendere sulla linea dei difensori. Proprio quello che Allegri voleva, la classica contromossa che in Europa viene messa in atto davanti a moduli come quello della Fiorentina e che, quasi sempre, porta i frutti sperati. Come ieri sera, quando i viola hanno vissuto una delle serate più difficili della stagione. In casa, contro i nemici storici, con il vantaggio di poter aspettare e con gli avversari costretti a segnare almeno due gol, è stata paradossalmente la squadra di Montella quella più in difficoltà a gestire la gara.
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CorFio: Non ci resta che piangere
E adesso la vera impresa sarà riuscire ad assorbire il prima possibile il pugno allo stomaco assestato dalla Vecchia Signora. E adesso la Fiorentina dovrà dimostrare di esserci ancora, almeno …
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Della coppa Italia resterà oltre alla lezione (anche tattica) di ieri sera, l’impresa di Roma e quella a metà proprio con la Juventus. Ma Firenze aveva fatto i conti senza questa Juventus, una squadra scesa in campo con la rabbia e la convinzione della prima della classe. E soprattutto quella fame che gli uomini di Montella stavolta non hanno mostrato. Per merito dei bianconeri o demerito dei viola saranno le prossime gare a dirlo. A partire da quella di domenica contro il Napoli: un appuntamento a questo punto fondamentale nella stagione della Fiorentina. Per tenere vivo almeno il sogno Champions League e non essere costretti a svegliarsi ancora troppo presto.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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