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Cor.Fio.: Tottenham, una banda di ventenni terribili

Il Tottenham del fiorentino Baldini arriva da cinque successi consecutivi

Redazione VN

Vi proponiamo l'articolo sul Tottenham che Gianfranco Teotino ha scritto sull'edizione odierna del Corriere Fiorentino.

La cattiva notizia che arriva dal Nord di Londra contiene un elemento che può rendere meno impervio il passaggio del turno: nei mesi trascorsi dall’eurosfida precedente, meritatamente vinta dalla Fiorentina, il Tottenham si è rinforzato al punto da poter vivere il sogno di vincere la Premier dopo 55 anni di digiuno. Ma questo significa anche che probabilmente Pochettino, l’allenatore emergente degli Spurs, darà un po’ di riposo ad alcuni dei suoi giocatori migliori.

Proprio domenica scorsa, con una convincente vittoria, la quinta consecutiva in Premier, a Manchester sul campo dei nababbi del City, il Tottenham ha praticamente completato la sua rimonta. Dopo un inizio d’inizio di stagione al rallentatore (alla quarta giornata aveva solo 3 punti), ora condivide la seconda posizione con l’Arsenal, ma con differenza reti e calendario migliore, a sole due lunghezze dal Leicester dei miracoli. È una squadra compatta ed equilibrata. Due dati balzano agli occhi: in Premier finora nessuno ha subìto complessivamente un minor numero di tiri in porta e allo stesso tempo nessuno ha tirato di più verso la porta avversaria. Si diceva una volta che la spina dorsale di una squadra forte è costituita da portiere, regista e centravanti. Ebbene, il Tottenham si affida in porta a Lloris, titolare della nazionale francese, e in attacco all’Uragano, Harry Kane, attualmente vice-capocannoniere con 16 reti, l’uomo cui l’Inghilterra affida le sue speranze di colpaccio ai prossimi Europei. Il regista puro invece non c’è, ma è la cabina di regia mobile del gioco la trovata vincente di Pochettino: una continua girandola di compiti e di posizioni in un 4-2-3-1 pressoché immutabile ma composto prevalentemente da giocatori in grado di svolgere mansioni tanto di filtro davanti alla difesa quanto di creazione e conclusione vicino all’area avversaria.

A ruotare in mezzo al campo e sulle fasce è un gruppetto di ragazzi irresistibili, che hanno dai 23 anni in giù. L’ultima scoperta, il più forte in assoluto — c’è da sperare che sia uno di quelli domani tenuti a riposo — è Dele Alli, un anglo-nigeriano del ’96, che sa giocare indifferentemente a centrocampo come dietro la punta e che ha una facilità innata di trovare la porta.

Per farvi capire di chi stiamo parlando, è uno che, cresciuto nelle giovanili della sua cittadina di nascita, Milton Keynes, ha debuttato in prima squadra (League One) a 16 anni. Il Tottenham l’ha preso a gennaio 2015, ma l’ha lasciato finire lì la stagione. A 19 anni ha esordito con gli Spurs nel secondo tempo della prima giornata di questa Premier e non è più uscito. Ha segnato finora 7 gol in campionato: alla sua età Lampard di gol ne aveva segnati 5 e Gerrard 1.

Inutile dire che dall’autunno è anche già in Nazionale: 4 presenze e un gol, per gradire. In questa che è la più inglese e la più giovane delle squadre di Premier, c’è qualcosa di toscano. Di un grande toscano. Franco Baldini. Uno dei migliori dirigenti del nostro calcio. Si potrebbe dire, senza andare lontani dalla verità, uno dei tanti cervelli in fuga dall’Italia, dai suoi metodi, dalle sue conventicole, pallonare nel suo caso. È stato proprio Baldini, direttore tecnico del Tottenham per più di due anni fino allo scorso settembre, a scegliere Pochettino e a portare a Londra talenti come Lamela, il danese Eriksen, il belga Chadli.

Difetti del Tottenham? Pochi. Forse un posizionamento non sempre perfetto della linea difensiva, soprattutto da quando è assente Vertonghen, il suo pilastro centrale, nazionale belga, fermo per un infortunio a un ginocchio di lunga durata. E, a voler cercare il pelo nell’uovo, una certa difficoltà a trovare le vie del gol semplice: segnano quasi sempre con azioni meravigliose, e proprio per questo complicate da sviluppare se non si mantengono concentrazione e intensità, magari perché distratti dal campionato. Ecco l’intensità: è la caratteristica che alla Fiorentina non potrà mancare se vorrà giocarsela alla pari.