Pensi alle difficoltà della Fiorentina, a una classifica deludente, all’ennesima trasferta decisiva e ti ritrovi a parlare di sogni e di realtà. Sousa - scrive il Corriere Fiorentino - alla viglia della partita contro il Bologna si ritaglia una parentesi speciale su ciò che è successo dall’anno scorso a oggi. Un percorso di alti (girone di andata), di bassi (dal girone di ritorno in poi) e di incomprensioni tra allenatore e società che in più di una occasione hanno fatto pensare anche a cambi di panchina.
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Cor Fio: Sousa ha smesso di sognare
Pensi alle difficoltà della Fiorentina, a una classifica deludente, all’ennesima trasferta decisiva e ti ritrovi a parlare di sogni e di realtà
«Se sono più preoccupato o fiducioso in questo momento così difficile? Ho sempre detto — risponde Sousa — che questa stagione la identifico con una parola, realismo. L’anno scorso invece ero spinto dal sogno, poi mi hanno portato a pensare alla realtà. Io sono un sognatore e penso sempre positivo però purtroppo qui la realtà ha superato il sogno, sono molto più realista oggi rispetto al mio primo giorno a Firenze». Il sogno è quella pazza idea, rimasta tale, del gennaio dell’anno scorso. Con una Fiorentina prima e un non mercato invernale. La realtà è la squadra di oggi undicesima in serie A con tredici punti. A dir la verità questo discorso, il portoghese, lo aveva fatto anche prima dell’avvio della stagione, quando ancora la Fiorentina non era salita sulle montagne russe di risultati e iniziava a cercare una propria identità di gioco. Ancora oggi molto lontana. Ora però la situazione è diversa, perché classifica e gioco fanno pensare una mediocrità che spaventa il popolo viola. Per questo serve una reazione. Dei giocatori e anche dell’allenatore. Una reazione matura, non una vittoria isolata.
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