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Cor. Fio: il cuore oltre l’ostacolo

"Per vincere partite come quella di domenica sera al Franchi, il cuore conta più di un modulo tattico o di un assist fatto bene"

Redazione VN

Sulle ragioni del cuore i filosofi e psicologi ci hanno scritto fior fiore di libri, i registi intrecciano trame e i cantanti incidono dischi. Questioni che valgono tanto anche nel calcio, perché - scrive il Corriere Fiorentino-  per vincere partite come quella di domenica sera al Franchi, il cuore conta più di un modulo tattico o di un assist fatto bene. San Valentino così è diventato il giorno ideale per esaltare Bernardeschi e Babacar, talenti nati nella cantera viola che il cuore ce l’ha viola da oltre un decennio e che si stanno facendo in quattro pur di portare in alto la Fiorentina. La fortuna di certo ci ha messo lo zampino, ma se a Milano contestano la svogliatissima entrata di Balotelli contro il Genoa, a Firenze si godono la grintosa umiltà di Baba: "Per farmi trovare pronto — ha commentato il senegalese — devo continuare a lavorare sodo in allenamento".

Una dichiarazione che a prima vista può sembrar banale ma che fa capire quanto ci tenga a far bene, visto che anziché ribadire di «aspettarsi più spazio», l’attaccante viola ha mantenuto il profilo basso e ha fatto i complimenti al collega Kalinic. Cuore e maturità dunque, proprio gli attributi che Berna mette in campo in ogni partita. Il 4-2-3-1 tra l’altro sembra disegnato apposta per lui: parte dalla fascia e corre 20-30 metri senza che nessuno riesca a fermarlo. Con pochi obblighi difensivi insomma, il gioiellino di Carrara sta diventando decisivo anche sotto porta.

Cuore, nel senso di coraggio oltre che di passione, ha dimostrato di averlo pure Paulo Sousa, che appena dopo aver visto l’Inter ridotta in dieci ha subito deciso di giocarsela tutta e fino in fondo: fuori Ilicic per Baba e modulo rivoluzionato con un 3-4-1-2 che prevedeva Zarate fantasista. Un azzardo? Forse. Ma se l’obiettivo a lungo termine è creare davvero una mentalità vincente, certi rischi vanno presi ogni volta che se ne presenta l’occasione. Sanguigno, appassionato, motivato (forse anche troppo) lo è lo stesso Zarate, non a caso decisivo già due volte in zona Cesarini con quel dribbling e tiro che lo aveva reso famoso ai tempi della Lazio. Dopo l’eurogol al 93’ con il Carpi, ecco la serpentina (chiusa con la rete di Baba) contro l’Inter. E pazienza se l’espulsione (per eccesso di agonismo?) gli costerà qualche giornata di squalifica