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CorFio: guardare, ma non toccare

"Accanto alla quotazione di mercato che pare destinata a salire partita dopo partita, Federico per i tifosi viola sta già diventando «uno di famiglia», uno da trattenere a Firenze senza pensare alle logiche di bilancio"

Redazione VN

Qualcosa di viola, nel giorno del suo esordio con la Nazionale, Federico l’ha indossato comunque. Bastava guardargli i piedi, tra una giocata e l’altra, per vedere - scrive il Corriere Fiorentino - quelle scarpe color Fiorentina (con lacci compresi) che hanno ricordato a tutti come uno dei talenti che fa improvvisamente sperare l’Italia in un Europeo da outsider (e non più da vittima sacrificale) sia nato (calcisticamente) e cresciuto all’ombra del Franchi. Sono bastati 6 minuti a Bernardeschi per cambiare il volto della partita contro la Spagna. Tanto ci ha messo il numero 10 viola (il 29, per ora, in azzurro) a dare il via all’azione che ha portato al gol del vantaggio di Insigne. Fede, Lorenzo e Simone (Zaza) eccola qui la meglio gioventù azzurra, che magari avrà ancora un po’ il sapore dell’Under 21, ma sembra capace di regalare a questa Italia quell’elemento di imprevedibilità per cui ai Mondiali Prandelli avrebbe pagato di tasca propria.

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La Fiorentina, dopo averlo fatto crescere e aspettato nel momento dell’infortunio, in questa stagione ha deciso di puntare anche sul suo talento per dare un segnale identitario alla piazza. Già, perché Bernardeschi per il club di Della Valle rischia di diventare molto di più di un talento con la scritta «vendesi» stampata sul petto. Accanto alla quotazione di mercato che pare destinata a salire partita dopo partita, Federico per i tifosi viola sta già diventando «uno di famiglia», uno da trattenere a Firenze senza pensare alle logiche di bilancio. Certo, forse pensarla così sarà pure un po’ retrò nel calcio di oggi tutto conti ed equilibri finanziari, ma di sicuro è in linea con quella maglia numero 10 che da queste parti ha ancora un valore, sentimentale prima che tecnico.