Quando Pantaleo Corvino nel marzo del 2012 lasciò la Fiorentina in casa viola scoprirono d’improvviso la parola «condivisione». La ripetevano un po’ tutti, qualcuno con un sospiro di sollievo, altri - scrive Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino - con un po’ di preoccupazione, consci dei rischi che nel calcio si corrono quando la catena di comando finisce per avere troppe teste. Eppure quella «Fiorentina 2.0» diventata sul campo in poco tempo la «Fiorentina Olé» ha saputo entusiasmare e crescere sia in Italia che soprattutto all’estero consolidando il proprio nome e la propria costante presenza. Lavoro in team, assenza di protagonismi, la ricetta voluta in primis da Andrea Della Valle si è rivelata decisiva per far ripartire i viola sia in campo che fuori, riaccendendo gli entusiasmi e placando le polemiche nate proprio nell’ultimo periodo della gestione Corvino. Così rigenerata, la Fiorentina, adesso tornerà tra le mani del direttore sportivo di Vernole che troverà però anche nuove figure come quella del direttore generale Andrea Rogg o quella del capo area scouting Valentino Angeloni (ancora in sella nonostante le sue quotazioni siano ai minimi) per arrivare fino a Paulo Pereira, l’uomo di mercato portoghese che potrebbe prendere il posto proprio di Angeloni. Ma non solo. Anche nell’area comunicazione (settore molto delicato e a cui Pantaleo tiene moltissimo) Corvino troverà novità importanti come la responsabile Elena Turra per non parlare del portavoce personale di Sousa, Sem Moioli, le cui prerogative saranno probabilmente ridimensionate e non di poco. Ma come sarà il ritorno di Pantaleo? Uno strappo brusco per un ritorno al passato modello «one man show», oppure il direttore sportivo farà tesoro dell’ultima esperienza fiorentina e accetterà di lavorare maggiormente in squadra. Molto dipenderà anche da ciò che gli verrà chiesto dai Della Valle, ma la sensazione è che in casa viola nessuno abbia intenzione di cancellare totalmente la struttura che comunque ha portato la Fiorentina a quattro qualificazione consecutive in Europa.
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Dalla condivisione al decisionismo: tutto si rimescola
Uno strappo brusco per un ritorno al passato modello «one man show», oppure il direttore sportivo farà tesoro dell’ultima esperienza fiorentina e accetterà di lavorare maggiormente in squadra?
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