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Countdown Gomez: Montella studia la metamorfosi

Il calvario sembra agli sgoccioli, il giocatore non vede l’ora… (COMM.)

Redazione VN

L'edizione odierna de' La Repubblica parla delle condizioni fisiche di Mario Gomez e del calvario passato fino ad ora dall'attaccante tedesco. Come succede in questi casi arriva sempre quello che ti soffia nell’orecchio la frasetta acida. Tipo: è lui che ha paura di giocare col dolorino. E questo non è vero. Perché Gomez vuole giocare. Si allena, ci prova. Poi arriva il dolore a quel maledetto tendine. Un dolore figlio forse di una svista. Nello spogliatoio c’è chi soffia una frase che potrebbe spiegare molto: «Fosse stato Matos sarebbe già in campo». Ma non si parla di soglia del dolore. Ma del fatto che Gomez è una star, e allora su quel ginocchio in tanti e forse troppi hanno voluto dire la loro. Per mettersi in mostra. Perché chi risolveva il caso diventava il primo della classe. E questo è il risultato. Gomez sparito mesi e mesi. Sfortuna, sì. E comunicazione un po’ alla buona. Ma è inutile fare processi.

Per quando rientrerà, nella sua testa Montella ha le idee chiare. Lui ora è più tranquillo. C’è Matri. E l’attesa di Gomez sarà meno ansiosa. Il 4-3-3 di Catania funziona. Altro che falso nueve. Cuadrado a destra, Vargas a sinistra, una punta vera in mezzo. Così tutto ok. C’è chi si interroga sulla possibile convivenza in campo di Matri e Gomez. Una domanda interessante, se il rientro del tedesco fosse davvero così imminente. Montella da parte sua sa che in certe situazioni i due possono giocare insieme. Non sempre, però. Dipende dall’avversario. E dalla condizione di alcuni giocatori. Perché è evidente che la coppia Gomez-Matri ha senso solo col 3-5-2. Ma se a sinistra hai due alternative (Pasqual e Vargas) dall’altra parte hai solo Cuadrado. La "parola" problema accostata accanto all'attacco viola suona comunque ridicola dopo tutto quello che è successo nelle ultime settimane.

E se la fortuna gli ha giocato contro (non solo a lui), Firenze almeno lo ha aiutato a vivere bene questi mesi con relativa serenità: tra San Frediano, Fiesole (dove tiene i suoi cani) e i ristoranti preferiti, tra cui il Santo Bevitore, dove ha sempre un tavolo pronto, anche se a stretto giro dovrebbe trasferirsi a due passi da Piazza della Repubblica. Dettagli, comunque. Schegge di vita quotidiana in attesa di un rientro sognato la notte.

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