Vi proponiamo un breve stralcio dell'editoriale di oggi di Paolo Condò su La Repubblica. Il tema è ovviamente la questione delle dimissioni di Prandelli da allenatore della Fiorentina:
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Condò su Prandelli: “Nel calcio essere una brava persona non paga”
"Nella vita e nello sport la cattiveria è diventata una qualità richiesta. La traiettoria del Prandelli allenatore è finita in nazionale"
Fra gli effetti perversi del cattivismo imperante merita una menzione il fatto che un antico complimento - "quella è una brava persona" - suoni oggi sottrazione anziché aggiunta. Quando la tua esistenza è una competizione continua - succede ovunque, nello sport di più - la cattiveria non è un difetto ma una qualità, e molto richiesta. (...) L’allenatore Prandelli ha concluso la sua bella traiettoria in nazionale, perché dalla delusione del Mondiale successivo non è più riuscito a risalire: poche esperienze infelici fino a questo ritorno a Firenze da tutto o niente. La puntata finale a una roulette riservata ormai ad altri giocatori: quelli feroci, determinati, cattivi. L’ombra di cui Cesare parla nella sua struggente lettera d’addio è la consapevolezza di non essere più disposto a ritardare allo stremo la staccata prima della curva. La vita è altrove, mai così vero.
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