La luce, il palco, la Maratona come quinta e i corpi che si muovono (quasi) sull’erba. La prima volta della danza al Franchi è un fuoco d’artificio di suoni e coreografie. Un rettangolone nero (il palco) appoggiato sul prato dello stadio. Ci sono circa millecinquecento persone, niente male. “Soprattutto in una città difficile come Firenze”, spiega Eleonora Abbagnato, ospite d’onore di “Omaggio in viola”, lo spettacolo messo in piedi da MaggioDanza (anzi, adesso si chiama Mag.Da) e dalla Fiorentina. Uno spettacolo che affascina, diverte e diventa leggero e sublime quando sale sulle punte la Abbagnato, etoile dell’Opera di Parigi. La sua “Medea” è un graffio di poesia in questa notte del Franchi. Fa uno strano effetto stare qui e vedere danzare qualcosa di diverso da Borja Valero o Pepito Rossi. Una sensazione piacevole, però. Quattro pièce per smuovere l’estate e dare una mano a MaggioDanza. “Un bellissimo progetto – ha detto la Abbagnato – la Fiorentina sta facendo qualcosa di unico. La danza ha bisogno anche di occasioni come questa”. Quindi lancia un appello a Renzi: “Ora che è presidente del consiglio può darsi che faccia qualcosa anche per la sua città. Il Maggio ne ha bisogno. I hope so”. Niente pallone, è l’unica richiesta. Di quello, semmai, parla suo marito Federico Balzaretti, che è seduto in tribuna insieme alla loro bambina. E poi questa è la notte della danza, il calcio non c’entra. Il Franchi oggi è la casa di qualcosa di diverso. “Ho ballato in tanti posti, l’Arena di Verona rimane l’emozione più forte della mia carriera, però è la prima volta che ballo in uno stadio. E’ una sensazione nuova. Firenze? Sono molto legata a questa città, io e mio marito abbiamo anche una casa qui che dobbiamo sfruttare”. Poi annuncia: “L’anno prossimo sarò ospite del Maggio”.
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Con la Abbagnato è poesia allo stadio
La luce, il palco, la Maratona come quinta e i corpi che si muovono (quasi) sull’erba. La prima volta della danza al Franchi è un fuoco d’artificio di suoni e …
Giuseppe Calabrese - La Repubblica
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