Petali di Viola per una Fiorentina leggera e spensierata. Il punto di forza è stato individuato e Montella vuole cavalcare l'incoscienza della sua creatura. «L'assenza di pressione e il distacco emotivo hanno agevolato questa classifica — dice l'Aeroplanino —. Dobbiamo seguire il nostro dna puntando sulle caratteristiche che ci contraddistinguono. Gioco e manovra, partendo dal portiere, senza impigrirsi sul risultato. Errore che poteva costarci caro contro il Torino». Il succo è chiaro. La Fiorentina in Champions ci può andare se non pensa alla Champions. Più che uno scioglilingua, uno scioglipensiero: con una logica precisa e strutturata. Guai a staccare il piede dall'acceleratore, quindi, e zero spazio per l'appagamento. Altrettanto inopportuno lasciare la strada del «calcio gioia», fino ad ora dimostratasi vincente.
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Con Jovetic e spensierata, ecco la Viola
Fiorentina senza troppe pressioni, con un sogno in testa
Tocca a Jove Il Milan fa da preda e il distacco è talmente minimo da sentirne l'odore. «Loro sono abituati a queste posizioni in classifica — prosegue il tecnico — quindi sono maggiormente preparati. Lo dice la storia della società. Comunque ci proveremo fino alla fine, dobbiamo dare un colpo di reni per rimanere attaccati a chi ci precede: consolidando nel frattempo il distacco verso quelle che seguono». Un grande aiuto può arrivare dal miglior giocatore in rosa, Jovetic, finalmente recuperato dopo i problemi muscolari. Serve uno strappo per il rush finale, tocca a Stevan mettersi la Fiorentina sulle spalle. Mai come adesso serve il suo contributo. In attacco, con Jo-Jo, giocano Cuadrado e Ljajic.
Genio ribelleGià Ljajic. Gli occhi del mondo si poseranno nuovamente sul possibile incrocio fra lui e Delio Rossi. «Magari arriverà un segnale fra i due lontano dalle telecamere — si affretta a commentare Montella —. Un suggerimento al ragazzo l'ho dato, anche se non voglio rivelarlo». Sulla crescita esponenziale del numero 22 viola (sette reti in campionato, sei delle quali nel girone di ritorno), aggiunge. «Molto è dipeso dalla sua propensione al sacrificio. Sicuramente ha influito l'impianto di squadra. Anche i ragazzi "ribelli", se trovano dei punti di riferimento positivi come nel nostro spogliatoio, vengono contagiati».
Grande amore Depennato Roncaglia dai convocati (infiammazione alla zona pubica), Montella registra il recupero di buona parte del gruppo. L'emergenza è dimenticata, non l'affetto per una città speciale: Genova. Chiude il tecnico. «Ho tre amori calcistici: Empoli, Roma e Sampdoria. Società, quella blucerchiata, che rispecchia perfettamente i valori del mio modo di essere». Affetto e ricordi, poi sarà solo campo. C'è una Champions da conquistare. In relax.
La Gazzetta dello Sport
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