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Commisso e i suoi tormenti: un anno (poco fast) tra New York e Firenze

Il 6 giugno 2019 Commisso arrivava a Firenze

Redazione VN

"Rocco e i suoi tormenti. Un anno (poco fast) fra New York e Firenze". Questo il titolo dell'articolo del Corriere Fiorentino dedicato a Rocco Commisso che domani festeggerà l'anniversario dell'arrivo a Firenze.

E' piombato in Italia come un fulmine in un cielo carico di elettricità. Di colpo ha cancellato mesi di veleni e lotte fratricide riportando in città la speranza di poter sognare di nuovo grandi traguardi. Il primo anno di Rocco in Italia è stato più soddisfacente fuori dal terreno di gioco che dentro. Il bilancio, in attesa della chiusura, racconta di 7 vittorie, 9 pareggi e 10 sconfitte. Di un esonero sofferto, di un grande ed esperto campione acquistato e di una squadra che ha faticato a mostrare sul campo le ambizioni del suo nuovo proprietario.

Il suo mantra, lo sappiamo bene, è "fasta, fast, fast". E' questa la chiave che più di tutto e da subito ha saldato il rapporto fra il patron viola e la sua gente. Un irrefrenabile senso di urgenza. Negli ultimi mesi, però, ha iniziato a fare i conti con una realtà diversa da come se l'aspettava. E l'entusiasmo si è trasformato in diffidenza e, in parte, delusione. Pensava di poter abbottare velocemente due ostacoli: la diffidenza e le dinamiche del calcio italiano e la mancanza di infrastrutture capaci di regalare alla Fiorentina le armi per competere a grandi livelli. In questo anno è emerso anche il suo lato impetuoso, come quando sbottò in diretta televisiva allo Juventus Stadium.

Il primo anno di Rocco sul trono viola è servito soprattutto per imparare a conoscersi a vicenda. Per prendere le misure o la rincorsa verso traguardi fino ad ora auspicati. E per capire quello che fin dal primo giorno lo stesso Commisso ha espresso con chiarezza: perché la Fiorentina cresca, anche Firenze dovrà riuscire a farlo, supportando la società.

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