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Chievo: anima operaia e gioco libero in trasferta

Il ritratto del Chievo sul Corriere Fiorentino

Redazione VN

Il Chievo riporta alla mente l'ultima partita di Sinisa Mihajlovic che, come la storia di questo campionato ha raccontato, non era l'origine di tutti i mali della Fiorentina. Un girone dopo la squadra di Mimmo Di Carlo è ancora il centro del mondo viola, l'incrocio pericoloso, la partita delle partite, l'appuntamento decisivo prima di un filotto piuttosto complicato: Milan in trasferta, Palermo al Franchi, Roma all'Olimpico, Inter in casa e poi viaggetto a Bergamo. Una vittoria, prima del salitone, farebbe bene al morale e alla classifica dei viola. Ma non sarà semplice. Perché, come ha sottolineato Rossi, i veronesi non hanno (quasi) niente da perdere e quindi giocheranno con l'animo lieve. Inoltre, sono una squadra pragmatica, che sa cosa vuole e come ottenerlo. E, almeno in questo scorcio di stagione, il Chievo è più pericoloso fuori che in casa.

Lontano dal Bentegodi ha raccolto cinque punti nelle ultime tre partite, espugnando Marassi, inchiodando la Juve sul pareggio e fermando anche il Bologna, una delle squadre più in forma del momento. Non solo. In queste tre gare ha sempre segnato: un gol al Genoa, uno alla Juve, due al Bologna. E più in generale ha perso soltanto una delle ultime sei trasferte (a Napoli). Il Chievo ha l'anima operaia: squadra corta, attenta, lesta a ripartire, abile a sfruttare le fasce. È vero che il capitano Pellissier, finito nello scandalo del calcio scommesse, da qualche settimana sembra un po' sbalestrato e che l'infortunio di Moscardelli, si farà sentire. Ma Di Carlo ha soluzioni in abbondanza: Paloschi, scuola Milan, è un giovane centravanti di qualità e Thereau, sistemato tra centrocampo e attacco, è un guastatore formidabile e anche il cannoniere della squadra con 6 gol. Paloschi e Pellissier sono fermi a quattro. Se, come è probabile, Di Carlo si deciderà a schierarli tutti e tre nel 4-3-1-2, avrà un attacco da 14 gol, due in più della Fiorentina, ferma ai 12 di Jovetic e con Amauri ancora alla ricerca del primo acuto stagionale.

Il Chievo ha numeri migliori della Viola: ha vinto di più (9 volte contro 8) e ha perso di meno (11 sconfitte contro 12). Soltanto i pareggi sono gli stessi: 9. Oggi i ragazzi di Delio Rossi hanno l'occasione di pareggiare i conti. Ma dovranno giocare con intensità, sfruttando le fasce per cercare di allargare la difesa veronese, che sarà protetta da quel mastino di Bradley e conta sia sul ritorno di Rigoni sia su quello di Luciano ex Eriberto. Dainelli, il vecchio capitano viola, è favorito su Cesar per sostituire l'infortunato Acerbi, uno degli uomini più in forma dei veronesi. Sarebbe un ritorno gradito: Dario a Firenze ha dato più di quanto ha ricevuto. Forse non è stato un difensore formidabile, ma un formidabile uomo-spogliatoio. Attenzione a Dramè, autore del gol che ha fissato l'1 a 1 a Torino contro la Juve.

Il Chievo ha il pregio di giocare compatto e non mollare mai. Neppure quando va sotto e la situazione è disperata. Serve una squadra per metterlo sotto. Quella spazzata via dalla Juve non avrebbe chances, quella che ha sfiorato la vittoria a Marassi potrebbe farcela.

Alessandro Bocci - Corriere Fiorentino