Sul Corriere della Sera troviamo un'intervista a Federico Chiesa. Ecco alcune sue parole:
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Chiesa: “Ho rinnovato perché anche la Fiorentina è un top club. Siamo all’anno zero”
Chiesa: "Non sono ancora un giocatore vero. Mio padre mi dice che lo si diventa quando si hanno trecento partite in Serie A, io ho da poco collezionato la cinquantesima"
La Fiorentina? Tutto è successo velocemente. Due estati fa ero partito per il ritiro estivo senza sapere quale sarebbe stato il mio destino. E invece, nel giro di pochi giorni, l’allenatore ha deciso di tenermi in gruppo. Mi ha fatto esordire alla prima giornata sul campo della Juventus, che a Firenze non è una partita come le altre. Un’esperienza indimenticabile e un atto di grande fiducia. E pensare che ero già contento di essere entrato nell’elenco dei convocati. Difficile raccontare cosa ho provato. Di sicuro non lo scorderò mai.
Se sono un giocatore vero? Vero ancora no. Sa cosa dice mio padre? Che diventi giocatore quando hai trecento partite in serie A. Io ho appena tagliato il traguardo delle cinquanta con la Fiorentina.
Simbolo della società, come vivo questo fatto? Con leggerezza, senza pensarci troppo. È cambiato, invece, il rapporto con la gente. Ora quando vado in centro i tifosi mi riconoscono, mi fermano, mi chiedono un selfie o un autografo. Per il resto non mi sento diverso.
Le aspettative? Sono uno stimolo. La mia filosofia è la stessa del giorno in cui sono andato a Moena: dare l’anima a ogni allenamento. Lei dice che sono diventato uno dei leader. Io la vedo in maniera diversa: ogni settimana devo dimostrare che merito una maglia da titolare. Il lunedì, nessuno deve sentirsi sicuro del posto.
Bernardeschi? Dispiace che sia andato via, ci sentiamo ancora. Non gioca tantissimo, ma è contento e si impegna allo spasimo. Sono pronto a scommettere che diventerà un grande campione.
Io nel mirino di società importanti? Piacere a così tante squadre mi rende orgoglioso. Ma ho firmato sino al 2022 perché anche la Fiorentina è un top club.
Cosa significa per me la maglia viola? Un onore e un orgoglio. Sono nato a Genova però Firenze è casa mia. E sono contento di giocare nella squadra che, insieme ai miei genitori, ha creduto in me.
I nostri obiettivi? Per noi è una sorta di anno zero, un nuovo inizio. Viviamo alla giornata. I conti si faranno alla fine.
Il Milan? Nessuno si immaginava che incontrasse così tante difficoltà. Però resta una squadra difficile da affrontare e non ci possiamo permettere cali di tensione.
Come faccio a restare con i piedi per terra quando i giornali scrivono che valgo 60 milioni? Basta non pensarci. Sono totalmente concentrato su quello che sto facendo.
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